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Santa Maria Capua Vetere (Ce) – “I poliziotti penitenziari del carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) si sentono abbandonati dai vertici della casa circondariale dopo quanto accaduto la scorsa settimana. E’ vero che ci sono stati momenti di tensione tra agenti e detenuti, ma non è accaduto nulla di illecito, così come i familiari dei reclusi vanno raccontando”. E’ quanto afferma l’assessore del Comune di Santa Maria Capua Vetere Paolo Di Riso, che è anche poliziotto penitenziario in servizio alla struttura napoletana di Secondigliano e delegato del sindacato Uspp (Unione sindacale polizia penitenziaria). Al carcere casertano la settimana scorsa i detenuti occuparono un intero settore dopo aver saputo la notizia della positività di un recluso; la protesta – su cui è stata aperta un’indagine dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere – scoppiò anche perché erano state sospese per qualche giorno le videochiamate con i familiari, decisione presa dai vertici carcerari dopo una prima mobilitazione da parte dei detenuti. Sulla vicenda ci sono le versioni opposte delle parti in causa: secondo i poliziotti, i detenuti li avrebbero minacciati con olio bollente e spranghe, poi sequestrate nelle celle. I familiari dei reclusi hanno invece denunciato con audio e qualche foto maltrattamenti e ritorsioni nei confronti dei loro parenti da parte degli agenti. De Riso spiega che “non è affatto vero che al carcere ci siano state spedizioni punitive verso i detenuti che hanno protestato. Noi poliziotti siamo cittadini e padri di famiglia come chi è dietro le sbarre, non siamo picchiatori. Peraltro durante le proteste dei detenuti anche degli agenti sono rimasti contusi, ma nessuno l’ha detto. Da molte parti ci hanno dato addosso. E’ ovvio che durante una protesta non pacifica come quella fatta dai detenuti, qualcuno può farsi male, ma parlare di ritorsioni verso i reclusi è falso e ingiusto”. “La sospensione dei colloqui in carcere ad inizio marzo per l’emergenza Coronavirus – prosegue Di Risoha creato disagi nella popolazione carceraria, ma si è ovviato con le videochiamate fatte con i cellulari messi a disposizione dall’amministrazione penitenziaria. Capita però che i detenuti, invece di parlare con un solo familiare, facciano chiamate multiple, dando notizie anche riservate su quanto avviene in carcere. Ora però i colloqui video sono stati ripristinati, ma è comunque necessario che l’amministrazione penitenziaria analizzi bene la situazione, perché ne va di mezzo la sicurezza del carcere e dei poliziotti. E credo che bisogna riflettere anche sul fatto che i vertici del carcere andrebbero probabilmente cambiati, visto cde se una squadra non gira bene va cambiato l’allenatore”. Di Riso aggiunge poi che gli stessi agenti lamentano “carenze igienico-sanitarie nella sezione Covid del carcere, dove vengono portati i detenuti positivi o che presentano sintomi sospetti. Lagnanze che ovviamente servono a tutela degli agenti ma anche degli stessi carcerati”. Al momento nel carcere sono risultati positivi un detenuto, un agente della penitenziaria, un medico ed un infermiere.