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Caserta – Raccontare della latitanza di questa amministrazione dinanzi alla gestione e alla cura degli spazi pubblici e del verde comunale è ormai diventato un esercizio superfluo. Ma per dovere di cronaca riportiamo l’ennesima segnalazione proveniente dal Comitato Villa Giaquinto che dal novembre 2019 (ormai 7 mesi) chiede al Comune di predisporre il ritiro degli sfalci accumulati dopo le pulizie di cui si fanno carico i volontari stessi del comitato. Ma nonostante questo sia uno specifico compito, l’amministrazione ignora il tutto come se quella villetta al centro della città non fosse di Caserta.
La situazione – dichiarano gli attivisti del comitato – è indecente. Gli sfalci arrivano fin sopra gli alberi. Cosa stanno aspettando, che tutto prenda fuoco? Noi non sappiamo più che fare, ma chiediamo a voi se questa può definirsi una gestione seria e rispettosa del verde urbano e di chi, con passione e senza soldi la porta avanti. Inoltre, c’è da sottolineare che questo tipo di manutenzione, ai sensi del Patto di collaborazione stipulato con il Comune, non è a carico nostro, ma responsabilità dell’amministrazione. Chiediamo il ritiro immediato degli sfalci, basta!“.
Inoltre, il Comitato Villa Giaquinto ha chiesto all’amministrazione di spiegare come poter procedere in questa fase 2, ma di risposte (ovviamente) non ne hanno ricevute.
Aprire i parchi pubblici però è necessario – continuano i volontari. Bambini, giovani ed anziani devono poter svagarsi in un parco pubblico e nel verde, specialmente dopo tre mesi di lockdown. Per questo motivo abbiamo scritto un regolamento dal basso per la riapertura, basato sulle linee guida ministeriali insieme a Caserta solidale e ai comitati di Via Arno e del Parco degli Aranci. Non possiamo più aspettare: prevediamo di riaprire per il 3 giugno“.
Intanto, già da una settimana, in un’altra villetta del centro, quella di Padre Pio, che versa in condizioni di degrado, sono stati forzati i cancelli di ingresso e senza alcuna sanificazione o pulizia sommaria, viene frequentata da tanti cittadini senza alcun controllo e senza la verifica del distanziamento sociale. Ovviamente, anche in questo caso, l’amministrazione ha fatto finta di nulla evitando di prendersi la responsabilità di un bene pubblico direttamente gestito. La latitanza continua.