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E’ durata circa un’ora e mezza la deposizione del sindaco di Benevento Clemente Mastella al processo “Medea” in corso al tribunale di Napoli, e relativo agli appalti nel settore idrico concessi dalla Regione ad aziende vicine al clan dei Casalesi. Mastella è stato citato come testimone dall’avvocato Francesco Picca, che difende nel processo l’ex senatore Udeur Tommaso Barbato, ex compagno di partito di Mastella, arrestato nel blitz da cui è nato il processo per il suo ruolo di funzionario regionale del settore acque che, secondo l’accusa, avrebbe concesso appalti alle ditte del clan. Barbato divenne noto nel febbraio 2008 per lo sputo rifilato al senatore Nuccio Cusumano in occasione della mozione di sfiducia al governo Prodi.

Mastella ha spiegato che conosceva Barbato “solo per motivi politici”, e che specie quando era ministro e parlamentare si occupava poco “di ciò che accadeva in Campania, avendo lì i suoi referenti”. “Non sapevo nulla del lavoro di funzionario regionale di Barbato” ha detto, negando poi la conoscenza di Franco Zagaria, cognato del boss dei Casalesi Michele Zagaria, morto nel 2011, e ritenuto dalla Dda di Napoli l’uomo che per conto del capoclan avvicinava funzionari pubblici e politici, tra cui appunto Barbato, per far avere gli appalti alle aziende vicine alla camorra; il sindaco del capoluogo sannita ha però confermato il tenore di un’intercettazione del dicembre 2005 in cui l’allora presidente della Provincia di Caserta ed ex esponente Udeur Sandro De Franciscis, diceva che Antonio Fantini, altro esponente di rilievo del Campanile, l’avrebbe “coperto con la camorra di Casale” in cambio del suo interessamento alla nomina di Luigi Annunziata a direttore generale dell’ospedale di Caserta. “Non conoscevo Franco Zagaria – ha spiegato l’ex Guardasigilli nel Governo Prodi – di lui ho saputo dopo che il suo nome è emerso in alcune inchieste di camorra; però confermo di aver saputo che conosceva i miei colleghi di partito presenti nel Casertano, come De Franciscis, Nicola Ferraro e Fantini”.

Mastella ha poi affermato che “Barbato non aveva interessi nel Casertano, visto che lui era tra i miei referenti a Napoli. Il partito aveva una organizzazione territoriale ben precisa; a Caserta c’erano in particolare Nicola Ferraro (imprenditore condannato per concorso esterno in camorra) e Sandro De Franciscis”. Il pm della Dda di Napoli Maurizio Giordano ha chiesto poi a Mastella del ruolo nell’Udeur del consuocero Carlo Camilleri, assolto pochi giorni fa con Mastella e la moglie nel processo di Napoli sulle nomine nella sanità. “Non aveva ruoli politici” ha tagliato corto Mastella. “Perché all’Udeur andava sempre l’assessorato regionale all’Ambiente?” ha chiesto il pm. “Perché nella spartizione con il Pd a noi toccava sempre quell’assessorato, che è andato ai miei esponenti, prima a De Flaviis e poi Nocera. Io però volevo l’assessorato all’Agricoltura, e per questo ho anche litigato con il Pd. Ma non c’è stato  nulla da fare”. La testimonianza di Mastella è ritenuta positiva dall’avvocato di Barbato. “Mastella – ha detto Picca – ci ha confermato che Barbato non aveva legami con il Casertano e con Franco Zagaria”.Si tornerà in aula il 27 settembre.