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Caserta – Nel pomeriggio di ieri, personale della locale Questura, ha dato esecuzione al Decreto di Fermo del G.i.p. , emesso in pari data dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli Nord, nei confronti della 40enne nigeriana ODUWARE Beverlyn, detta Juliete Evelyn, e di un suo connazionale 51enne OMOBUDE Kurtis, detto Brother. Ad esito delle indagini, delegate alla Squadra Mobile, la donna è stata ritenuta gravemente indiziata del delitto di riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù, aggravata dall’aver agito in danno di una 18enne al solo fine di favorirne e sfruttarne la prostituzione, anche l’uomo, a sua volta, è stato ritenuto responsabile di sfruttamento della prostituzione, delitti consumati per entrambi nei Comuni di Casal di Principe e Marcianise, dove la 18enne esercitava il mestiere più antico del mondo dal gennaio 2017 a maggio 2018.

In particolare, le indagini hanno permesso di accertare che la 40enne, attraverso minacce, derivanti dalla sottomissione della vittima quando era nel suo paese d’origine mediante un rito voodoo che se trasgredito, secondo le credenze nigeriane, avrebbe determinato la sua morte, ha indotto e mantenuto in uno stato di soggezione continuativa la giovane J.G., costringendola ad esercitare quotidianamente la prostituzione e incassandone i proventi, con la pretesa di incassare la somma complessiva di 25.000 euro per riacquistare la libertà.

L’Omobude, a sua volta, accompagnando quotidianamente la vittima sul luogo dove esercitava il meretricio e riportandola la sera a casa, pretendeva in cambio la somma di 15 euro giornaliere per il viaggio di andata e ritorno. Al termine degli adempimenti d’ufficio, la Oduware e l’Omobude sono stati collocati rispettivamente presso le carceri di Pozzuoli e di S. Maria Capua Vetere.