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Caserta – È stato identificato dopo otto anni, grazie a un’impronta digitale inserita in un apposito database dedicato ai cosiddetti “cold case”, uno dei banditi che il 29 ottobre 2012 rapinò, armi in pugno, la filiale della Banca Popolare di Bari di corso Garibaldi a Santa Maria Capua Vetere, portandosi via un bottino di 20mila euro. Si tratta del 30enne Luigi Speranza, di Giugliano in Campania (Napoli), arrestato dalla Polizia di Stato – Commissariato di Santa Maria Capua Vetere – che ha eseguito l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, con applicazione del braccialetto elettronico, emessa dal gip del tribunale di Napoli Nord.
 
Nel 2012 non fu possibile identificare alcun bandito, nonostante le impronte lasciate sul luogo del raid, perché nessuno era stato segnalato in precedenza; probabilmente erano tutti poco più che ventenni, come Speranza, che allora aveva 22 anni. Dopo quel colpo Speranza ha continuato la sua carriera criminale: è stato infatti condannato per un’altra rapina e fermato per un ulteriore colpo commesso a Parma. Le sue impronte sono dunque finite nelle banche dati, ed è così emersa la corrispondenza tra l’impronta del 2012 e quelle del 30enne.