- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Sedici sindaci del Casertano, facenti parte del comprensorio Agro-aversano, hanno deciso di aderire alla rete dei sindaci del sud denominata “Recovery Sud“,  “per non perdere – si legge in una nota – l’occasione di crescita offerta dal Recovery Plan, e chiedere al presidente del Consiglio Mario Draghi di farci partecipi della gestione del Piano Nazionale di ripresa e resilienza, perché diventi una reale occasione di crescita per la nostra zone e per l’intero Mezzogiorno. A voce alta invochiamo una forte risposta  istituzionale, per la rinascita del Mezzogiorno, poiché il Sud non può più aspettare”.

A sottoscrivere l’adesione i sindaci Alfonso Golia, Anacleto Colombiano (San Marcellino), Renato Natale (Casal di Principe), Vincenzo Caterino (San Cipriano d’Aversa), Nicola Esposito (Lusciano), Vito Luigi Pellegrino (Parete), Luigi Della Corte (Villa Di Briano), Marcello De Rosa (Casapesenna), Giuseppe Dell’Aversana (Sant’Arpino), Michele Apicella (Trentola Ducenta), Vincenzo Guida Sindaco (Cesa), Nicola Affinito (Carinaro), Tommaso Barbato (Teverola), Vincenzo Santagata (Gricignano d’Aversa), Gianni Colella (Succivo), Valerio Di Fraia (vice Sindaco di Villa Literno); la prossima settimana tutti le giunte dei sedici comuni adotteranno le delibere di adesione. “I trasferimenti statali – scrivono i sindaci – sono scarsi per gli asili nido, i ristori Covid sono lenti per i nostri commercianti chiusi dalla pandemia,bisogna potenziare l’organico dei comuni che sono ridotti all’osso. La spesa sociale pro-capite del Sud è diseguale rispetto al Nord e nelle nostre aree devastate da una crisi economica senza precedenti,  la speranza di vita è ridotta anche a causa del differenziale di reddito, come certificato dalla  Banca d’Italia. Noi sindaci dell’agro-aversano ci associamo ai nostri colleghi sindaci di altre realtà comunali del mezzogiorno d’Italia per chiedere un piano straordinario di assunzioni nei comuni per colmare le gravi carenze d’organico che quotidianamente ci impediscono di dare  adeguate risposte alle  popolazioni, e  riteniamo insufficiente la quota del 33% del piano Recovery Sud, ossia del piano europeo di investimenti destinato al sud Italia. Il governo con le risorse messe a disposizione dall’Europa deve fare interventi di edilizia sociale con il recupero dei nostri centri storici e favorire l’eliminazione di vincoli economici e burocratici dei comuni in dissesto finanziario, che sono per la gran parte nel Sud”.