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Caserta – Si conferma lei, la Reggia, la regina del dibattito cittadino soprattutto dopo l’annuncio del pensionamento del direttore Mauro Felicori ritenuto da tanti l’artefice del rilancio del monumento vanvitelliano dopo anni di oscurantismo.

E mentre i fronti del dibattito si distanziano, tra i pro-Felicori che annunciano addirittura petizioni per trattenere il direttore a Caserta in barba alla legge Fornero, e chi analizza la gestione Felicori guardando ai fatti accertati dagli ispettori Mibac dopo il crollo di un vano finestra nella Sala delle Dame, al furto subìto da un opera di Terrae Motus, e alle polemiche con i sindacati, restano i dati rilevati dall’Ufficio Statistiche del Mibac a raccontare la Reggia in termini di presenze turistiche registrate negli anni.

Per facilità di consultazione (per i dettagli si rimanda al sito http://www.statistica.beniculturali.it/Visitatori_e_introiti_musei_01.htm) riportiamo di seguito i dati a partire dal 2001 in poi, considerato che dal 1 gennaio di quell’anno il biglietto Reggia e Parco di Caserta, Giardino all’Inglese, Museo dell’Opera e del Territorio divenne unico rientrando nel Circuito “Complesso Vanvitelliano” sostituendo i singoli biglietti.

Di seguito le rilevazioni dell’Ufficio Statistiche del MIBAC con anno di riferimento, posizione nella TOP 30 dei siti più visitati d’Italia in base al numero di visitatori totalizzati :

Anno 2001: posizione n.6; visitatori n. 812.811

Anno 2002: posizione n.6; visitatori n. 742.045

Anno 2003: posizione n.6; visitatori n. 687.552

Anno 2004 posizione n.7; visitatori n. 662.915

Anno 2005 posizione n.7; visitatori n.657.045

Anno 2006: posizione n.7; visitatori n.679.182

Anno 2007: posizione n.7; visitatori n.657.060

Anno 2008: posizione n.9 ; visitatori n.494.135

Anno 2009: posizione n.7; visitatori n.562.256

Anno 2010: posizione n.7 ; visitatori n.601.614

Anno 2011: posizione n.9; visitatori n.571.368

Anno 2012: posizione n.8; visitatori n.531.160

Anno 2013: posizione n.10; visitatori n.439.813

Anno 2014: posizione n.11; visitatori n.428.139

Anno 2015: posizione n.10; visitatori n.497.197

Anno 2016: posizione n.9; visitatori n.683.070

Anno 2017: posizione n.9; visitatori n.838.654

Come si nota, dalla sesta posizione mantenuta dalla Reggia dal 2001 al 2003 alla nona posizione raggiunta nel 2016 e 2017, i numeri si somigliano nonostante di mezzo non ci fosse una Riforma Renzi/Franceschini a spingere sull’acceleratore della promozione turistica italiana a suon di aperture straordinarie e gratuite dei monumenti in un panorama internazionale dove l’allarme terrorismo tirava il freno a mano alla mobilità.

Il nono posto della Reggia nella classifica del 2008 coincide con la prima l’emergenza rifiuti in Campania targata Governo Prodi, mentre il crollo di presenze alla Reggia dal 2013 al 2015 specchia la risonanza avuta dai crolli registrati al monumento vanvitelliano tra settembre e ottobre 2012 all’epoca della Soprintendenza di Paola David.

La risalita dei numeri di visitatori alla Reggia, che passa dalla decima posizione del 2015 alla nona del 2016 e 2017 segna l’avvio dei lavori alle facciate del monumento e l’arrivo di Felicori, primo direttore del monumento Autonomo.

C’è anche da dire che, sempre secondo i dati nazionali pubblicati dall’Ufficio Statistiche Mibac per gli anni 2011-2017, la crisi nel 2011-2012 riguardò tutti i monumenti italiani, ma nel caso Reggia durò fino al 2015 per i fatti noti. Poi arriva la inversione di tendenza anche se, pur aumentando i visitatori, la posizione della Reggia rimane stabile, senza cambio sostanziale di passo, mentre dal 2012 al 2017 Pompei arriva ad un +1 milione di visitatori e Roma addirittura un +1,8 milioni.

Numeri che, scevri da giudizi di merito o demerito per l’operato di qualcuno, potrebbero aiutare il futuro direttore della Reggia ad allinearsi su un trend già avviato in Europa e in molti luoghi d’Italia, che è quello che prende le distanze dall’incremento dei numeri e basta ma punta alla qualità dei servizi e dell’offerta museale.

E mentre il direttore della Reggia continua ad invocare l’incremento di pubblico, a supporto della sua efficacia nell’azione di rilancio del sito, tutta la letteratura del “vero” marketing museale più recente ha indirizzato le sue strategie nella qualità dei servizi, autentico indicatore nelle graduatorie stilate dall’utenza.

Peraltro va considerato che neppure la “quantità” di pubblico rappresenta un valore primario nelle progettazioni delle politiche di crescita dei siti museali. Infatti sempre più spesso si legge della necessità di attrarre “qualità” di pubblico che normalmente non si lascia “accattivare” da un’offerta scontata o addirittura scadente.

Forse ancora una volta Caserta paga lo scotto di politiche improvvisate, ancorate a criteri obsoleti e senza un progetto articolato, vero “patto pubblico” di cui fa esempio, tra i tanti possibili, quello consultabile sul sito del MANN a firma del Direttore Giulierini.