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Caserta – Lesioni che tagliano i soffitti affrescati delle sale espositive della Reggia di Caserta e, in corrispondenza, file di mattonelle saltate in sequenza, quasi ad effetto domino.

Sono queste le immagini scattate nelle sale espositive dedicate al ‘700 e in quelle attigue, un tempo occupate dalla collezione Terrae Motus, le stesse che fanno eco alle fotografie fatte qualche mese fa da alcuni docenti francesi al seguito di studenti in visita alla Reggia per scambi culturali tra liceali e postate su facebook da una insegnante casertana

“Non credo si tratti di cedimento strutturale – mette le mani avanti il direttore della Reggia Mauro Felicori – I tecnici dei miei uffici non mi hanno dato nessun segnale di allarme in questo senso, e quindi deduco che nessun allarme ci sia”.

E sulla inquietante corrispondenza tra le mattonelle saltate e le lesioni ai soffitti affrescati, risponde:  “Non ne ho la minima idea, tra l’altro non faccio il tecnico, l’ingegnere o l’architetto. Se vuole lo verifico ma abbiamo i tecnici che conoscono il Palazzo e non ho avuto da loro nessuna ragione di allarme”.

E la memoria corre alla ex soprintendente della Reggia Paola David che pure nel 2013 non ebbe alcuna ragione d’allarme prima che si spezzasse una trave dal soffitto delle retrostanze della Cappella Palatina, la stessa trave, nascosta dietro una porta chiusa a chiave, pochi mesi prima che arrivasse Felicori.

” Io non sto amministrando un appartamento familiare – incalza Felicori quando si chiede l’ordine delle priorità d’interventi che sta seguendo –  sto amministrando una Reggia tra le più grandi al mondo. Noi siamo una struttura generale, e queste sono cose tecniche che conoscono i tecnici. E’ chiaro che se ci fossero ragioni di allarme lo saprei. Il fatto che io non lo sappia è segno che non ci sia ragione di allarme. E se quella trave lì è stata aggiustata o meno non lo so, ma neanche sono tenuto a saperlo, perché non è mestiere mio”.  

Già, perché il mestiere del direttore Mauro Felicori è quello di raddoppiare i numeri di presenze alla Reggia e riempire le casse del monumento, lo stesso Colosso che nell’ottobre del  2012 rischiò di fare una strage in piazza Carlo III e sull’ingresso della Scuola dell’Aeronautica militare per la caduta di mensole di marmo dagli oltre trenta metri di altezza delle sue facciate.

Dopo quel volo di marmi e polemiche, lo Stato intervenne e finanziò i lavori di restauro alle facciate e ai cortili dichiarati gravemente pericolanti, gli stessi che circa tre anni prima erano stati oggetto di ispezioni approfondite da parte dei tecnici della Seconda Università di Napoli, commissionati  e profumatamente pagati dalla David che però mai rivelò l’esito della relazione. Gli stessi cortili che  pure la David concesse in uso all’Agenzia Spaziale Europea Esa che dal 19 al 21 novembre 2012 avrebbe portato alla Reggia ministri provenienti da tutta Europa per la Conferenza Interministeriale chiamata  a tracciare le linee programmatiche ed economiche future del settore aerospaziale.

“Oggi noi abbiamo due problemi – attualizza Mauro Felicori – che sono in parte collegati tra loro. Il primo riguarda il completamento del restauro generale della Reggia e del Parco, il secondo riguarda la manutenzione ordinaria del monumento. Sono abbastanza ottimista  però, perché seppure i tempi non sono mai velocissimi, oggi disponiamo di 67 milioni di euro totali da spendere. Il Governo ha fatto investimenti formidabili che pian piano si vedranno”.