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Caserta – Un recupero di 47 miliardi di spesa a livello nazionale, ecco quanto può valere la possibilità di consumare all’interno di bar e ristoranti. Nei prossimi sette mesi le imprese del settore potranno triplicare i ricavi rispetto al periodo gennaio – maggio. La stima arriva dall’Ufficio Economico Confesercenti – comunica Salvatore Petrella, presidente provinciale di Confesercenti Caserta – che prevede una riduzione delle perdite per le imprese della somministrazione fino a -24% rispetto al 2019, dopo un 2020 disastroso che si è chiuso con un calo del -40%. Da bar e ristoranti con attività a pieno regime una spinta decisiva per la ripresa dei consumi.

Registriamo una grande voglia della popolazione di ritornare alle proprie abitudini. – dichiara PetrellaSi riprende ad uscire e a viaggiare, e questo è un toccasana per l’economia e per imprese come bar, pub, pizzerie, ristoranti e pubblici esercizi che hanno vissuto un periodo di crisi che sembrava interminabile, un dato che è coerente anche con il numero delle persone che ad oggi si sono sottoposte al vaccino e che per il mese di luglio avranno già completato il ciclo della seconda dose”.

Confesercenti attende segnali positivi anche la provincia di Caserta, ci si augura, infatti, un ripopolamento delle strutture ricettive di Terra di Lavoro, sia nei Comuni a vocazione balneare sia in quelli ad interesse artistico e culturale con l’avvento di italiani e stranieri in questa seconda parte del 2021, anche se sarà molto difficile avvinarsi ai dati del 2019. decisamente minore.

Le imprese non riusciranno a tornare ai livelli pre-crisi e a recuperare quanto perso, soprattutto nelle grandi città e a causa dell’assenza di turismo internazionale, ma l’alleggerimento delle misure restrittive è un buon segnale di ripartenza. L’uscita dagli aiuti dovrà essere graduale, visto l’impatto straordinario della pandemia sui consumi e sul sistema del credito. Ora che il peggio sembra essere finalmente alle spalle, quindi, il Programma di Ripresa e Resilienza (Recovery Plan) dovrà concentrare le energie per rimuovere la pesante zavorra del calo straordinario di consumi delle famiglie e del sovra indebitamento delle imprese causati dalla pandemia, che inevitabilmente condiziona il futuro del Paese. Purtroppo, dobbiamo ribadirlo, solo nel 2020 rispetto al 2019, abbiamo perso 123 miliardi di euro di spesa – per un calo medio di 5mila euro a famiglia – con un impatto devastante sulle imprese e sul lavoro. Sono circa dieci mila le aziende della nostra provincia che hanno contratto debiti insanabili con banche ed erario e che hanno compromesso il loro futuro. Il dramma si amplifica se si pensa al fatturato bruciato in un anno. Nel 2020, solo nella nostra provincia, sono stati persi 15 miliardi di euro, Le tipologie di imprese che perdono di più nel 2020 nel nostro territorio, fa sapere Petrella, sono quelle legate a fiere e convegni (85-90% in meno in 12 mesi), seguite da cinema e teatri (80%), da alberghi e strutture ricettive extra alberghiere (tra il 60 e il 70%), agenzie di viaggio e tour operator (forbice 58-63%), informazione e comunicazione (60%), ristorazione (50-60%), eventi e filiera del wedding (50-60%), autonoleggio (50-55%) e moda (48-55%)”.

Al dramma delle aziende si aggiunge quello dei lavoratori: secondo lo studio di Confesercenti in Campania ci sono 2,6 milioni di persone che non lavorano, non hanno reddito e che non lo stanno cercando, tra cui 380mila disoccupati che hanno perso lavoro e che sono alla ricerca di un impiego.

Dopo una flebile ripresa dei primi mesi del 2021, auspichiamo che la seconda parte dell’anno riesca ad agganciare finalmente quella fase di rilancio tanto auspicata, a cui la stragrande maggioranza delle imprese del terziario e del turismo sopravvissute arriva però pesantemente indebitata con banche, fisco e fornitori.

Per questo la grande occasione della ripresa attraverso il Programma di Ripresa e Resilienza (Recovery Plan) , al quale devono “partecipare con convinzione famiglie e imprese”, dovrà necessariamente investire su una ripresa generalizzata dei consumi, determinanti anche per la crescita del PIL, e su un piano poderoso di sostegno alla liquidità delle imprese che, diversamente, non potranno imboccare la strada della crescita.