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Santa Maria Capua Vetere (Ce) – Altra giornata da incubo al carcere di Santa Maria Capua Vetere a causa di una rivolta scoppiata tra i detenuti del reparto più “caldo”, quello denominato Danubio,che ha portato al ferimento di otto agenti della penitenziaria.

Responsabili dei disordini i circa cinquanta reclusi cosiddetti “problematici”, trasferiti nella struttura casertana nelle scorse settimane dopo essersi resi responsabili delle rivolte nelle varie carceri italiane, tra cui Foggia e Rieti, avvenute a marzo e aprile durante l’emergenza Coronavirus.

Due giorni fa erano stati gli agenti penitenziari a far alzare la tensione, salendo anche sui tetti, dopo che i carabinieri avevano notificato, con modalità ritenute eccessivamente spettacolari, 57 avvisi di garanzia ad altrettanti poliziotti, indagati per tortura nell’ambito di un’indagine per presunti pestaggi di detenuti avvenuti durante una maxiperquisizione effettuata nel carcere casertano il 6 aprile scorso. Oggi invece sono stati i detenuti a ribellarsi in modo molto violento, e secondo alcuni sindacalisti degli agenti,la rivolta sarebbe legata a quanto accaduto 48 ore fa, con l’operazione Procura-carabinieri che avrebbe delegittimato, agli occhi dei detenuti, il Corpo della Penitenziaria.

La tensione è iniziata stanotte, quando un detenuto extracomunitario ha dato fuoco alla cella; gli agenti sono intervenuti per soccorrere il recluso aprendo le sbarre, e sono stati aggrediti con sgabelli e altri oggetti anche da un altro detenuto. Hanno comunque provato a portare i due reclusi in infermeria, ma durante il tragitto l’aggressione è ripresa con violenza; alla fine sei agenti sono rimasti feriti, tre dei quali portati in ospedale con contusione e trauma cranico.

In mattinata la rivolta si è estesa a tutti i detenuti del reparto Danubio; armati di lamette, coltellini e altri armi improvvisate, hanno aggredito gli agenti – due dei quali rimasti feriti – che sono stati salvati dai loro colleghi. Gli altri poliziotti hanno così deciso di non entrare nel reparto ormai occupato, per protesta e per evitare altra incriminazione dopo quella di due giorni fa.

Per sbloccare la situazione sono intervenuti il vice-capo del Dap Roberto Tartaglia, il provveditore regionale Antonio Fullone e il Procuratore aggiunto di Santa Maria Capua Vetere Alessandro Milita.

Dopo alcune ore di mediazione, nel primo pomeriggio la protesta è rientrata, con la decisione di trasferire i detenuti responsabili dei disordini. Il capo del Dap Bernardo Petralia, giunto al carcere in serata, ha monitorato costantemente l’evolversi dei fatti e ha disposto l’invio da parte del Gruppo Operativo Mobile della Polizia Penitenziaria di oltre 70 unità negli istituti della Campania.

I torturati siamo noi” hanno detto in coro i sindacalisti degli agenti. Sulla vicenda è intervenuto anche il leader della Lega Matteo Salvini, che già giovedì era venuto in carcere per portare solidarietà agli agenti che hanno ricevuto gli avvisi di garanzia. In un post su Facebook, con tanto di foto, Salvini ha scritto. “Alfonso Bonafede: Dove sei?” Al carcere sono giunti anche esponenti politici locali di Fratelli d’Italia (c’era il coordinatore provinciale Gimmi Cangiano) e Lega (presente il coordinatore casertano Salvatore Mastroianni e il consigliere regionale Gianpiero Zinzi), unendosi al coro critico contro il Guardasigilli. “Bonafede si dimetta“.