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Ieri è stato lui, Ron, l’indiscusso protagonista della quarta giornata del Settembre al Borgo edizione 45. Un ritorno a Casertavecchia dopo anni, che il cantautore italiano si è voluto godere fin dal pomeriggio. Un saluto alla gente del Borgo, qualche foto, le prove con i musicisti, e lo sguardo sempre rivolto agli scenari che si susseguivano sotto  i suoi occhi.

Dalle architetture antiche del borgo medievale agli allestimenti moderni voluti dagli organizzatori del festival, dalle ombre fresche della pineta ai piedi della Torre al paesaggio di una Reggia in lontananza a cui lo sguardo arriva tra pendii arsi dagli incendi dei giorni scorsi. “Che bel ritorno questo a Casertavecchia – ha scherzato – se mi hanno richiamato significa che non sono poi tanto male”. Uno spuntino leggero a base di prodotti tipici del luogo e poi via, sul palcoscenico di piazza Vescovado a raccontare in musica 40 anni di carriera.

Ad accoglierlo l’applauso di una piazza gremita e pronta ad intonare tutti i brani dell’artista bolognese accompagnato solo da una chitarra o pianoforte. Da Anima a Vorrei incontrarti tra cent’anni, che ha cantato con Nunzia Carrozza, ai vecchi e nuovi successi della sua lunga discografia, Ron non ha mai interrotto il dialogo emotivo con il suo pubblico.

“E’ sempre una sfida essere solo sul palco – ha confermato Ron – senza contorni né paracaduti, ma è bello doversi impegnare per fare bene il proprio mestiere.

E su Fausto Mesolella, musicista casertano scomparso lo scorso marzo al quale  è stato dedicato il Settembre al Borgo 2017, Ron ha confidato: “Sono l’unico qui che non lo ha conosciuto a fondo. Ricordo una volta, al Roxy Bar: mi passò accanto e mi salutò sfiorandomi una spalla, non feci in tempo a rispondergli che era già sparito: ecco, oggi con voi rispondo a quel saluto: ciao, Fausto”.