Tempo di lettura: 3 minuti

Una richiesta d’aiuto firmata da una settantina di detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere, in relazione alla gestione della loro salute all’interno della struttura carceraria e inviata tramite lettera ad un’associazione di tutela, si è trasformata in un’interrogazione ai ministri della Giustizia, Carlo Nordio e della Sanità, Orazio Schillaci, che è stata presentata dalla deputata del Pd Debora Serracchiani e dagli altri parlamentari dem Federico Gianassi, Rachele Scarpa, Marco Lacarra, Michela Di Biase.
Era stata l’associazione ‘Sbarre di Zucchero Aps’ a ricevere la lettera di denuncia dei detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere – lo stesso dove il 6 aprile 2020 in pieno lockdown per il Covid 300 agenti pestarono altrettanti reclusi, fatto che ha dato luogo ad un maxi-processo tuttora in corso – e a inoltrare richiesta formale attraverso la presidente Monica Bizaj a Serracchiani affinché si rivolgesse ai ministri competenti. Una lettera che i detenuti hanno indirizzato anche all’ASL di Caserta, in particolare a Giuseppe Nese, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Coordinamento della Sanità Penitenziaria. Nell’interrogazione a risposta scritta, i parlamentari riportano le lamentele dei reclusi, che denunciano “un’insufficienza di accesso alle cure e ai trattamenti medici da ormai quasi due anni, l’assenza quasi totale di medici generici e la insufficiente e inadeguata assistenza per pazienti oncologici; ai pazienti diabetici non verrebbero inoltre somministrate le cure da oltre un mese”. “Nella lettera – si legge nell’interrogazione – i detenuti lamentano una non sufficiente presenza del dottor Pasquale Iannota, dirigente sanitario, che non avrebbe, a quanto riportano, voluto incontrare nemmeno una loro delegazione per un confronto, e chiedono una complessiva maggiore presenza delle figure sanitarie in reparto e cure adeguate”. “Nell’istituto – si legge ancora – non sono presenti reparti detentivi ospedalieri nonostante avrebbero dovuto essere allestiti sin dal 2000 e i detenuti affetti da disturbi psichiatrici risulta siano gestiti come detenuti ordinari a causa dell’assenza di posti nelle Rems”. “Il cosiddetto repartino di Santa Maria Capua Vetere è stato istituito presso un ospedale – il Melorio di Santa Maria – privo di pronto soccorso e dotato di poche unità specialistiche, con il risultato che si rende necessario spostare i detenuti in altri ospedali in ricovero anche per fare solo le radiografie”.
Altra criticità lamentata è “l’alta presenza di persone in condizioni psichiatriche difficili tra i detenuti, così come quella di persone in stato di depressione o di dipendenza da sostanze stupefacenti; la presenza di psicologi, psichiatri, personale sanitario è modestissima e le REMS, destinate a soggetti psichiatrici pericolosi, non sono sufficienti per distribuzione e posti per l’accoglienza, il tutto aggravato dal sovraffollamento, dalla carenza di personale, dalle difficoltà di accesso all’assistenza medica e alla difficile continuità delle cure tra il carcere e il territorio”.
“L’incarcerazione – scrivono i parlamentari – non dovrebbe mai diventare una condanna a una salute peggiore, visto che l’ordinamento penitenziario garantisce il diritto alla salute e ad un trattamento detentivo conforme a umanità”. I parlamentari chiedono dunque l’intervento dei ministri.