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Santa Maria Capua Vetere (Ce) – “Pur non avendo ancora l’allaccio alla rete idrica, al carcere di Santa Maria Capua Vetere l’acqua viene filtrata da un impianto di potabilizzazione che permette ai detenuti di potersi fare la doccia e cucinare, senza alcun rischio”.

E’ così che la direzione del carcere casertano replica alle parole del garante regionale dei detenuti Samuele Ciambriello, che oggi si è recato al carcere di Santa Maria Capua Vetere, e al termine della visita ha detto di aver trovato “l’acqua dei rubinetti e delle docce gialla”; circostanza che, ha aggiunto Ciambriello, “continua a causare irritazioni cutanee alla popolazione detenuta”.

Accuse che vengono rispedite al mittente, dal momento che “il carcere paga una ditta per effettuare la continua manutenzione dell’impianto di potabilizzazione”. “Peraltro – fanno sapere dalla direzione del penitenziario – ogni giorno arrivano delle cisterne d’acqua per la mensa dei detenuti e le cucine dei poliziotti, e in ogni caso i detenuti non bevono l’acqua dei rubinetti, perché vengono loro fornite quotidianamente due bottiglie d’acqua dei due litri per un totale di quattro litri”.

L’acqua resta comunque un grave problema per il carcere di Santa Maria Capua Vetere; anche per l’estate che sta per arrivare la struttura non avrà l’allaccio alla rete pubblica, e i problemi di approvvigionamento proseguiranno. Si spera che per l’estate 2021 le cose possano cambiare; il progetto esecutivo dei lavori è stato approvato, ma le opere non sono ancora partite.