- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Un convegno alla Camera dei Deputati per ricordare Federico Del Prete, il sindacalista degli ambulanti ammazzato a Casal di Principe (Caserta) la sera del 18 febbraio 2002, alla vigilia di un processo per estorsione che lo vedeva testimone principale contro il vigile urbano che, per conto del clan camorristico La Torre, alleato dei Casalesi, taglieggiava gli ambulanti del mercato di Mondragone.

L’evento, denominato “Legalità e tutela delle vittime. Il ricordo di Federico Del Prete”, è in corso presso la Sala delle Conferenze al Palazzo Theodori Bianchelli. Ma a tenere banco è la circostanza che la prefettura di Caserta non ha mai risposto da un anno e mezzo ai familiari di Del Prete, che hanno chiesto il riconoscimento del danno di oltre 100mila euro così come stabilito dal tribunale civile di Napoli. Ovviamente è il Ministero dell’Interno ad avere l’ultima parola; in altri casi simili, il Viminale ha risposto picche, basandosi su una normativa molto contestata, ovvero quella che blocca i risarcimenti per i parenti della vittime innocenti della criminalità, come è appunto Federico Del Prete, quando hanno legami anche di parentela fino al quarto grado con persone vicini alle organizzazioni mafiose o comunque non risultano estranei ad ambienti criminali.

Norme che danneggiano le tante persone che vivono nei piccoli comuni ad alta densità mafiosa, come quelli casertani di Casal di Principe, San Cipriano d’Aversa, Casapesenna, dove cittadini onesti e incensurati hanno senza colpa parentele scomode, e pur avendo avuto padri o figli uccisi incolpevolmente, spesso per errore di persona, non si vedono riconosciuti diritti acquisiti. Molto spesso il Viminale, nel rispondere negativamente, si basa in modo freddo su informative, spesso datate, delle forze dell’ordine, senza tener conto di sentenze giudiziarie che accertano la completa innocenza della vittima e la sua totale estraneità ad ambienti delinquenziali. Se n’è parlato ieri anche alla manifestazione tenuta a Roma da Libera e dal suo fondatore don Luigi Ciotti, cui hanno preso parte tanti familiari di persone uccise senza colpa dalla criminalità organizzata. Nel caso di Federico Del Prete non si sa la ragione del ritardo nella risposta. “Oggi si ricorda la figura di sindacalista coraggioso di Federico Del Prete – dice Gianni Zara, avvocato di Gennaro Del Prete, figlio della vittima – eppure dopo un anno e mezzo nessuno ci risponde su un diritto, quello al risarcimento riconosciuto dal giudice civile, che ci spetta in modo legittimo. Chiedo al Ministro Lamorgese di fare chiarezza su questa vicenda e sulla situazione di tante vittime innocenti della camorra mai riconosciute come tali”.