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Caserta – È diventata definitiva la confisca dei beni per un valore di cento milioni di euro a carico del 75enne Alfonso Letizia, imprenditore casertano del calcestruzzo ritenuto colluso con il clan dei Casalesi. Gli investigatori della Dia di Napoli hanno notificato a Letizia il decreto di confisca definitiva emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

Sono stati acquisiti dallo Stato 28 tra auto e moto, 70 immobili, tra cui terreni e fabbricati ubicati in vari comuni della provincia di Caserta e due a Cavezzo (Modena), 6 aziende operanti nel settore edile e immobiliare, dell’estrazione di inerti, della produzione e vendita del calcestruzzo, e numerosi rapporti finanziari.

Il legame di Letizia con le famiglie camorristiche Schiavone e Bidognetti è emerso soprattutto dall’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Napoli denominata “Il Principe e la (scheda) ballerina”, che nel 2011 portò a decine di arresti tra imprenditori e amministratori del comune di Casal di Principe, tutti accusati di essere al servizio dei Casalesi.

Imprenditori come Letizia, è emerso dal processo, hanno goduto per anni dell’appoggio del clan per accaparrarsi numerosi appalti pubblici, votando i candidati indicati dall’organizzazione e assumendo nelle proprie aziende persone vicine al clan. Letizia è considerato in particolare il riferimento imprenditoriale della famiglia Schiavone, guidata dal capoclan Francesco Schiavone noto come “Sandokan“.

L’indagine  “Il Principe e la (scheda) ballerina” coinvolse anche l’ex sindaco di Casal di Principe Cipriano Cristiano, accusato di essere stato eletto con i voti del clan (è stato condannato) e l’ex sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino, accusato di essersi speso per far realizzare un centro commerciale voluto dal clan, ma mai realizzato; Cosentino fu condannato in primo grado per questa indagini a 5 anni di carcere.