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Recale (Ce) – Avrebbe ricevuto “in nero”, con cadenza quotidiana, rifiuti in ferro e in acciaio, alimentando un traffico illecito di rifiuti speciali nel Casertano, in piena Terra dei Fuochi: è l’accusa a carico dell’impresa “F.P. Metal srl” di Recale, cui i carabinieri hanno sequestrato lo stabilimento di recupero dei rifiuti.

Il decreto di sequestro, che ha riguardato anche cinque furgoni utilizzati per la raccolta e lo sversamento del materiale, è stato emesso dal Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della Procura guidata da Maria Antonietta Troncone; sei le persone indagate per il reato di gestione illecita di rifiuti speciali non pericolosi, tra cui il legale rappresentante della società e i titolari dei furgoni, perlopiù picocli imprenditori impegnati nell’attività di svuota cantine e sgombero locali. Mestieri quest’ultimi, fa notare la Procura, svolti spesso in nero e senza alcuna autorizzazione, e che rappresentano “una criticità per il territorio della provincia di Caserta”; chi svuota un locale, raccoglie infatti materiali in ferro, acciaio, rame, che riesce facilmente a rivendere sottobanco, realizzando un piccolo guadagno, a imprese come la Fp Metal, mentre gli ingombranti raccolti, ma anche la plastica, la carta e il vetro, “non avendo uno sbocco commerciale, vengono molte volte illecitamente smaltiti in luoghi isolati lungo le strade di campagna. Fenomeno che, soprattutto nel periodo estivo, ha come conseguenza finale la combustione illecita dei rifiuti abbandonati”.

A scoprire il traffico illecito alla Fp Metal sono stati i carabinieri forestali della stazione di Marcianise, che, dal gennaio di quest’anno, hanno più volte ispezionato l’azienda; ad inizio anno rinvennero lavatrici, cucine, lavastoviglie e altre apparecchiature di cui non c’era alcuna traccia nei registri societari. A febbraio filmarono di nascosto per due giorni i movimenti di camion in azienda, accertando almeno undici operazioni di conferimento rifiuti, mai registrate dai responsabili aziendali. Le immagini delle telecamere interne della società, acquisite dagli inquirenti, hanno poi fatto emergere altri conferimento illeciti.