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Dispiace vedere che, nonostante gli inviti, oltre al sindaco di Marcianise non ci sono le istituzioni locali, sindaco e assessori a lottare con noi per il lavoro delle persone di questa terra. In che Paese siamo, dove la politica si disinteressa del lavoro e delle persone?” Lo ha detto il segretario generale della Fim Cisl Ferdinando Uliano, intervenendo alla manifestazione organizzata a Caserta per lo sciopero generale dei metalmeccanici.

“Manca poi un altro attore e si chiama Confindustria. Dove stanno gli imprenditori? C’è bisogno di responsabilità e impegno in questa terra da parte di tutti e non vedo in Confindustria questa attenzione e questo interesse. Noi siamo vicini e continueremo ad essere vicini ai lavoratori e a sostenere la lotta per il lavoro”. “Sono oltre 10mila – ha ricordato Uliano – i lavoratori del territorio coinvolti in varie vertenze e crisi da anni irrisolte, Soflab, Jabil, Firema, Orefice, Whirlpool, PCGA (ex-Magneti Marelli), Snop, Proma, a cui si sommano tutte le altre realtà dell’indotto casertano e le aziende campane”.
Non possiamo accettare il comportamento irresponsabile di Jabil – ha aggiungo Uliano – che ha preso commesse dalle aziende che ha acquisito, per poi chiuderle tutte. E ora vuole farlo anche qui a Marcianise dopo averlo fatto in tutto il Paese. Il governo deve pretendere dalla multinazionale risposte industriali precise e assumersi la responsabilità sociale, stesso dicasi per la Soflab e le altre aziende del territorio. Per quest’ultima si sta consumando una vero e proprio danno ai lavoratori, al territorio e allo Stato. Chiederemo al Governo di verificare tutte le responsabilità, anche quelle legali, su tutta l’operazione”. “Per Softlab – ha continuato – serve una soluzione industriale e lavorativa. Al governatore De Luca chiediamo che le sfilate a Roma le faccia con i lavoratori metalmeccanici e che ci dia una mano per investire in questa terra e rilanciare il lavoro. Il nostro Paese è povero di industrie elettroniche, qui a Caserta abbiamo molte aziende di questo settore e lavoratori specializzati. Vanno sostenute con investimenti e con un rilancio dell’occupazione”.
Il leader Fim ha concluso facendo un richiamo anche all’industria dell’auto: “L’automotive qui Campania – ha detto – ha un’importante presenza di stabilimenti produttivi e aziende della componentistica, un settore che va sostenuto soprattutto davanti alle transizioni in atto. Serve un impegno preciso di Stellantis sulle future forniture”.

Oggi manifestiamo tutta la nostra rabbia nei confronti delle Istituzioni nazionali e locali che hanno fatto diventare la Campania la seconda Regione più povera d’Italia e Caserta tra le città più trascurate del Sud. Da Terra di Lavoro Caserta è diventata terra di degrado economico, industriale, sociale e di grandi speculazioni. Fino agli anni Novanta era considerata la Brianza del Mezzogiorno, ma oggi è purtroppo sempre più lontana dal resto d’Italia e dall’Europa”.
Così il segretario generale Uilm, Rocco Palombella, alla manifestazione Fim Fiom Uilm per lo sciopero dei metalmeccanici a Caserta.
Fino a pochi anni fa – ha spiegato – erano 4mila i lavoratori impiegati in aziende come Ericson, Siemens, Marconi e Olivetti.
Oggi l’attuale Jabil si è ridotta da 1.300 a 420 persone, a cui si aggiungono Soft Lab e Orefice che ne occupano 250. Siamo passati da 4mila a 700 lavoratori. Un disastro! A Jabil, presente sul territorio da un quinto di secolo, diciamo che non puó liberarsi così facilmente. Noi non faremo accordi di trasferimento in altre società. Jabil deve rimanere a Caserta e continuare ad assumersi le sue responsabilità sociali e industriali”.
Non siamo d’accordo – ha aggiunto il leader Uilm – con progetti di reindustrializzazione fallimentari che favoriscono il depauperamento industriale del territorio e poi scaricano il fallimento sulla pelle delle persone, come è accaduto proprio con Soft lab e Orefice. Le persone non sono merci. Soft Lab tanto per cominciare deve rispettare gli impegni assunti e cominciare a pagare gli stipendi e gli arretrati ai lavoratori”.
Per salvaguardare il nostro sistema industriale – ha aggiunto Palombella – bisogna preservare i settori strategici come la siderurgia, l’elettrodomestico, l’automotive, l’elettronica, l’aerospazio e il ferroviario. Siamo stanchi di vedere i lavoratori costretti a passare da un Gruppo all’altro con il solo scopo delle aziende di prendersi gli incentivi. Serve una seria politica industriale nazionale e regionale con scelte ambiziose e concrete per questa Provincia. Caserta deve essere individuata tra le città più importanti d’Italia per gli investimenti legati alla microelettronica e alla componentistica necessaria per gestire la transizione ecologica e digitale, perché ne ha tutte le competenze”.
Anche gli altri settori – ha detto ancora il sindacalista – come l’automotive, l’elettrodomestico, la siderurgia e il ferroviario sono in sofferenza. Nel 2015 abbiamo sacrificato gli stabilimenti di Carinaro e Teverola. Da Beko ci aspettiamo la conferma del Polo Logistico e dal Gruppo Seri un decollo effettivo del piano di reindustrializzazione con l’avvio di Teverola 2 che potrebbe dare un impulso occupazionale importante al territorio. Senza risposte continueremo a mobilitarci, a lottare e a far sentire la nostra voce fino a quando non vedremo realizzati i cambiamenti necessari per ridare slancio alle nostre industrie manifatturiere”.