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Circa quaranta tra docenti e impiegati della Fondazione Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni, storica istituzione scolastica del Casertano che ospita da decenni scuole superiori e un convitto che educa e forma ragazzi svantaggiati, hanno scritto un’accorata lettera-appello all’attuale reggente della Diocesi di Caserta Monsignor Tommaso Caputo (Vescovo di Pompei), per tentare di scongiurare il fallimento dell’istituzione. Il Villaggio dei Ragazzi è stato commissariato nel 2014 dalla Regione a causa di una consistente esposizione debitoria, in particolare con Inps e Agenzia delle Entrate, ed è da tempo sottoposto a procedura fallimentare con richiesta di concordato preventivo davanti al tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Nella missiva, i dipendenti “implorano” Caputo di intervenire presso l’Istituto sostentamento del Clero di Caserta, che vanta un credito di circa settecentomila euro verso la Fondazione. Nell’ultima udienza tenutasi in remoto al tribunale, l’avvocato dell’istituto diocesano si è opposto all’istanza di rinvio dell’udienza avanzata dal Commissario della Fondazione Felicio De Luca, mentre altri creditori che vantano somme di gran lunga superiori, come l’Inps, non si sono opposti. Il giudice delegato si è poi ritirato in Camera di Consiglio per valutare se concedere o meno il rinvio di tre mesi, periodo durante il quale dovrebbero arrivare modifiche alla legge fallimentare che potrebbero “salvare” la Fondazione; la decisione del giudice sul rinvio non è stata ancora resa nota. Il timore dei lavoratori è che il “no” all’istanza di rinvio, sia il segno che l’Istituto diocesano non voglia accettare la proposta di concordato, e ciò possa convincere altri creditori, come in un domino, a dire “no”, facendo andare verso il fallimento l’istituzione fondata nel 1946 dal sacerdote Don Salvatore D’Angelo e tanto amato da Giulio Andreotti, che la visitava spesso; 110 tra impiegati e docenti resterebbero senza lavoro, e si perderebbe un fondamentale presidio di conoscenza e legalità per il Casertano. In caso di fallimento, anche l’Istituto Diocesano, sottolineano i lavoratori, avrebbe un danno, non recuperando nulla del credito vantato. “La imploriamo in ginocchio – scrivono i dipendenti al Vescovo Caputo – per un aiuto di fronte all’irrazionalità dell’Istituto Diocesano di Sostentamento del Clero, che a fronte di utili certi nella procedura concordataria per la Fondazione, preferisce rinunciare a tutto e non si capisce bene per quale principio, affossando e condannando a morte centinaia di famiglie. Tutto dipende dal sostegno che l’Istituto ci darà, e di fronte a ciò stupisce la sua negatività, considerato che la Diocesi ha sempre avuto parte attiva nelle decisioni della Fondazione, e che non sono invece responsabilità di chi vi lavora e dei ragazzi salvati dalla strada e che lì sono stati allevati. Per tutto ciò chiediamo un suo intervento risolutore che porti l’Istituto tra i nostri sostenitori” concludono i lavoratori.