- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Roma – Dopo i “gravi episodi” che si sono verificati in alcune carceri, a partire dal caso clamoroso di Santa Maria Capua Vetere, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria detta, con una circolare, nuove regole sulle perquisizioni dentro gli istituti penitenziari. L’ordine con cui il direttore del carcere dispone la perquisizione generale straordinaria dovrà essere scritto e motivato e indicare il contingente della polizia penitenziaria impegnato nell’operazione e le sue modalità. Inoltre dovranno essere informati preventivamente il magistrato di sorveglianza e il Garante delle persone private della libertà.

Secondo quanto dispone la nuova circolare firmata dal direttore del Trattamento dei detenuti Gianfranco De Gesu, l’ordine di perquisizione dovrà indicare i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche in base alle quali l’atto è adottato. e spiegare nel dettaglio perché le concrete esigenze di sicurezza non possono essere soddisfatte in altro modo. Non solo: andrà specificato se il personale da impiegare appartiene esclusivamente al reparto della polizia penitenziaria in servizio nell’istituto o a contingenti del Corpo provenienti da altre sedi e andrà indicato il responsabile dell’operazione se diverso dal comandante di reparto. Inoltre andranno dettagliate le modalità esecutive, a partire da luoghi e a tempi della perquisizione, mezzi, equipaggiamento e l’eventuale apporto del personale appartenente alle Forze di polizia poste a disposizione dal Prefetto. Copia dell’ordine di servizio sarà preventivamente inviato oltre che al Magistrato di Sorveglianza e al Garante delle persone private della libertà, anche alla Direzione Generale dei detenuti e del trattamento e al Provveditorato Regionale. E a tutte queste autorità andrà mandato un “dettagliato rapporto” entro sette giorni dalla conclusione dell’operazione.

Il sindacato della polizia penitenziaria Osapp protesta contro la nuova circolare sulle perquisizioni nelle carceri e ne chiede il ritiro o almeno la revisione. Con le nuove regole si” inibirebbe del tutto la possibilità di effettuare efficacemente le perquisizioni in ambito penitenziario“, anche per “la gravosità degli atti” richiesti, scrive il segretario Leo Beneduci in una lettera indirizzata alla ministra della Giustizia Marta Cartabia, al capo del Dap Bernardo Petralia e, per conoscenza, al presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra. L’allarme del sindacato è legato in particolare alla norma che prevede l’obbligo di informare preventivamente della perquisizione il Garante delle persone private della libertà. Così “il segreto istruttorio verrebbe compromesso” , afferma Beneduci, paventando gli effetti negativi che questa norma potrebbe avere nei casi concreti, a partire dalla “grave vicenda” del carcere di Frosinone con un detenuto ha ha sparato ad altri con una pistola arrivata con un drone: “come “una perquisizione straordinaria finalizzata alla ricerca di un telefono cellulare utilizzato per un progetto di evasione o l’accaparramento di sostanze stupefacenti”.