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Santa Maria Capua Vetere (Ce) – “Nella visita alla casa circondariale “Francesco Uccella” di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) del presidente del Consiglio, Mario Draghi e del ministro della Giustizia, Marta Cartabia, che abbiamo appreso dalla stampa, vogliamo cogliere l’intento di riformare il sistema penitenziario e non certo quello di favorire indulto, provvedimenti di scarcerazione o comunque “detenzione leggera” che offenderebbero innanzitutto tutte le persone che hanno subito vittime e fatti di grave criminalità”. A sostenerlo è il segretario generale del S.PP. Aldo Di Giacomo per il quale “se dunque l’obiettivo prioritario è il controllo del carcere da parte dello Stato non è certamente scontato, specie dopo quanto accaduto la scorsa notte con bombe carta esplose fuori dal carcere di Rebibbia (sezione femminile) e le rivolte recenti negli istituti di Firenze e Benevento. E non possiamo non rilevare e censurare che, a differenza dei Garanti nazionale e regionale dei detenuti, i sindacati della polizia penitenziaria sono stati tenuti all’oscuro dell’iniziativa di cui non ci risultano precedenti. Senza ambiguità: noi vogliamo difendere 37mila uomini e donne che nelle carceri ogni giorno svolgono il proprio lavoro con sacrificio e nel pieno rispetto della legalità. Per questo – senza se e senza ma – ribadiamo la condanna dell’operato di quanti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere si sono macchiati di reati gravi ed hanno macchiato la divisa e l’onorabilità e la credibilità dei colleghi. Al tempo stesso continuiamo a mettere in guardia sul rischio delegittimazione della polizia penitenziaria per effetto di una campagna a cui va messo fine rapidamente lasciando alla magistratura il compito di portare a termine l’attività di indagine. Sappiamo bene che riaffermare la presenza dello Stato in carcere – continua Di Giacomo – non è facile perché c’è la necessità di recuperare troppo tempo perduto e di resettare tutta l’attività dei vari Ministri di Grazia e Giustizia che si sono succeduti in tanti anni precedendo la Cartabia. Gli effetti di decenni di sottovalutazioni, provvedimenti scoordinati, direzione del DAP inadeguata sono a tutti evidenti.

E vogliamo mettere in guardia da interpretazioni sulla visita di Draghi e Cartabia al carcere casertano che vengono dai Garanti nazionale e regionale dei detenuti che continuano ad interpretare a senso unico i fatti avvenuti nel carcere come se dignità e umanità fossero valori che riguardano solo la popolazione carceraria e non anche quanti lavorano quotidianamente con sacrificio personale e professionalità. Se il sistema carcerario non funziona nel nostro Paese non è certo a causa di rivolte di detenuti o di fatti come quelli di Santa Maria Capua Vetere che sono solo la spia di un profondo malessere che ha antiche motivazioni chiaramente individuabili e da risolvere senza dimenticanze o strumentalizzazioni o sottovalutazioni. Per questo – conclude Di Giacomo – alla visita del Premier e della Ministra devono seguire fatti raccogliendo le sollecitazioni più urgenti che abbiamo più volte posto a partire dalle condizioni di lavoro del personale e dal superamento della criticità di sovraffollamento con la costruzione di nuovi istituti penitenziari perché anche a noi stanno a cuore prevenzione, recupero e riabilitazione dei detenuti. In proposito gli impegni annunciati dalla Ministra Cartabia ad incrementare il personale sono attesi alla prova”.