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Alcune decine di lavoratori dello stabilimento di Carinaro (Ce) della Whirlpool, aderendo allo sciopero nazionale proclamato per i dipendenti di tutti gli stabilimenti italiani della multinazionale, hanno effettuato un presidio all’esterno della Prefettura di Caserta, per “richiamare l’attenzione delle istituzioni su una vertenza che diventa ogni giorno più grave”.

A Carinaro, dove ha sede il polo logistico della Whirlpool responsabile di ricambi ed accessori per la zona Emea (Europa, Medio-Oriente e Africa), c’è forte preoccupazione sia per le voci insistenti relative al trasferimento del polo in altri paesi europei, che per la mancata partenza del processo di reindustrializzazione per 60 lavoratori ancora in organico, ma mai immessi in servizio, che si aggiunge all’orario di lavoro molto ridotto per gli oltre 300 dipendenti in servizio.

“Vogliamo attenzione sul sito di Carinaro – afferma il segretario della Fiom-Cgil di Caserta Francesco Percuocosembra che invece tutta l’attenzione sia solo su Napoli; la vertenza deve essere trattata in modo complessivo, perché se chiude la produzione a Napoli, chiuderà anche il polo della logistica a Carinaro, che non sarà più conveniente per la Whirlpool, che a quel punto resterà con stabilimenti solo in Nord Italia e Nord Europa”. La paura dei lavoratori è di essere dimenticati, come figli di un dio minore.

“Il Governo – dice Vincenzo Di Spirito, lavoratore nonché delegato della Fim-Cislcontinua a lanciare slogan sulla necessità di ripartire dal Sud, ma sembra che il Sud sia sparito dalle cartine. Qui a Carinaro lavoriamo poche ore al giorno, e sempre in cassa integrazione, che ricordo scadrà a fine 2020; i colleghi che dovevano andare in altre aziende restano a casa a zero ore, con stipendio di appena 900 euro. Siamo molto preoccupati, anche perché mentre Napoli e Carinaro sono sull’orlo di un precipizio, allo stabilimento Whirlpool di Varese vengono assunti 400 interinali e per produrre si fanno turni di straordinario anche la domenica. Ancora una volta noi del Sud veniamo svantaggiati”.

Il problema della reindustrializzazione di parte dei lavoratori della Whirlpool va avanti dal 2015, quando la multinazionale degli elettrodomestici acquisì gli stabilimenti Indesit di Carinaro e Teverola garantendo la continuità occupazionale, e prevedendo su un organico di 400 lavoratori, che almeno 150 dovessero essere riassunti in altre aziende in due distinti processi di reindustrializzazione. I primi 75 dovevano essere assunti dal Gruppo Seri, in quindici sono passati, ma altri 60 continuano ad essere in organico alla Whirlpool, senza lavorare e senza sapere cosa sarà del loro futuro; del secondo processo di reindustrializzazione non si è mai parlato.