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Giappone – Lavoro e disoccupazione, due rette parallele destinate a non incrociarsi mai ma che possono causare identici, negativi risvolti. Sì, perché se in Occidente la crisi sta mettendo a serio rischio il futuro di tanti giovani in cerca di mansioni stabili, in Giappone aumentano i casi estremi delle morti da lavoro. Un altro caso di “karoshi” (così viene definito il fenomeno della morte per eccessivi carichi di lavoro”) è stato portato alla luce negli ultimi giorni e riguarda Miwa Sado, una reporter della televisione pubblica nipponica scomparsa all’età di 31 anni nel 2013 per complicazioni cardiache. Indagini approfondite hanno fatto emergere che la giornalista nel mese precedente alla sua scomparsa aveva fatto ben 159 ore di straordinario con soli due giorni liberi. Non è il primo caso salito agli onori delle cronache: nel 2015 a un’impiegata 24enne dell’agenzia Dentsu spettò lo stesso, tragico destino.