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di Luigi Nicolosi

NAPOLI – Carlo e Mario Perfetto non sono i killer che l’1 luglio provarono ad ammazzare il pentito del clan Lo Russo Mario Centanni. Fu una sparatoria tremenda, quella consumatasi a due passi dalla metropolitana di Marianella, in cui rimase ferito, fortunatamente in maniera non grave, anche un 14enne innocente. Il colpo di scena è arrivato ieri sera in sede di Riesame. I giudici del Tribunale delle Libertà, accogliendo la tesi del collegio difensivo, hanno infatti annullato l’ordinanza di custodia cautelare che all’inizio del mese scorso aveva colpito i due indagati.

Ieri sera, poco dopo le 21, Carlo e Marco Perfetto, rispettivamente nipote e zio, imparentati a loro volta anche con la vittima designata, hanno lasciato il carcere di Secondigliano. A spuntarla, innanzi alla Dodicesima sezione del Tribunale del Riesame (presidente Esposito), la linea portata avanti dagli avvocati Annalisa Senese e Francesco Foreste. I difensori sono infatti riusciti a dimostrare l’estraneità dei loro assistiti rispetto alle contestazioni avanzate dalla Procura antimafia. Determinante si è rivelato lo scontrino emesso da un supermercato nel quale uno dei due indagati si era recato proprio all’ora del delitto. I giudici, in attesa che vengano depositate le motivazioni della sentenza, avrebbero comunque dato un certo peso anche ai rilievi antropometrici effettuati dalla difesa: in sostanza le figure immortalate dagli impianti di videosorveglianza pubblica presenti in zona non sarebbero state compatibili, per peso e altezza, con quelle degli indagati. Inoltre i due sicari, al momento del raid, entrarono in azione indossando dei caschi semintegrali che ne avrebbero reso impossibile il riconoscimento facciale. Nonostante ciò Mario Centanni era comunque riuscito a puntare il dito contro di loro, tanto da indicarli mettendone per iscritto nome e cognome. Da qui le ragioni dell’ultimo colpo di scena. I giudici del Tribunale delle Libertà hanno infatti ordinato l’annullamento della misura cautelare per entrambi.

Il 23enne Carlo Perfetto (fratello di Ciro e figlio di Raffaele, detto “Lelluccio muss’ e’ scigna”) e il cugino 40enne Marco Perfetto, sono parenti diretti dei Lo Russo. A fermarli, il mese scorso, furono i carabinieri della compagnia Vomero guidati dal capitano Luca Mercadante, che li prelevarono in strada e condotti alla caserma di piazza 4 Giornate al Vomero, dove notificarono loro il provvedimento restrittivo emesso dalla Procura antimafia. Un fermo che si basava essenzialmente sul riconoscimento compiuto dalla vittima del raid. Ma conteneva anche una precisa ricostruzione della dinamica del fatto di sangue, avvenuto poco prima delle 20 nei pressi della stazione della metropolitana di Marianella. Le indagini dovranno adesso ripartire da capo.