Il Maschio Angioino di Napoli da oggi accoglie un’altra importante mostra di livello internazionale: ‘Elysian Fields‘ la site-specific allestita dall’artista statunitense Jim Dine. L’esposizione sarà visitabile fino al 10 febbraio 2026 e rientra nel programma ‘Napoli contemporanea’, promosso dal Comune di Napoli e curato da Vincenzo Trione. La mostra instaura un dialogo tra il patrimonio storico architettonico di Castel Nuovo e la contemporaneità delle opere del maestro americano.
Le 29 installazioni sono state collocate nella Cappella delle Anime del Purgatorio, nella Cappella Palatina, nell’Armeria e nelle due ulteriori sale dell’area archeologica, in relazione con 7 sculture rinascimentali, già presenti nel percorso museale, ma per anni non esposte per motivi di conservazione, mettendo in comunicazione epoche e linguaggi differenti così da offrire un’esperienza immersiva e stratificata. Inoltre, l’intervento su alcune delle opere del museo ha rappresentato un’opportunità concreta per migliorarne lo stato di conservazione, in un’ottica di valorizzazione.
L’ambiente principale dell’esposizione è la trecentesca Cappella Palatina: lungo la navata sono allestite 23 grandi sculture, raffiguranti teste di ispirazione classica (Elysian Fields). A queste si aggiunge ‘The Gate where Venus sleeps’. una porta in bronzo e acciaio che conduce alla zona absidale, per la prima volta esposta in una mostra. “Queste teste in gesso sono state realizzate nel mio studio a San Gallo, in Svizzera, negli ultimi tre anni – ha spiegato Dine – sono ritratti che ho inventato e ritratti che ho sognato, provenienti dalla storia e dal mondo antico. Ci sono anche amici perduti e frammenti della mia vita di anni fa nei boschi del Vermont. Il gesso è il mio materiale preferito per il modo in cui si sente tra le mie mani”.
La Cappella ospita anche alcune sculture rinascimentali, tra cui le Madonne con Bambino di Francesco Laurana e Domenico Gagini, provenienti dalla stessa cappella e dall’annessa sagrestia.
Per l’occasione, queste opere recuperate sono state collocate su nuove basi, appositamente progettate in armonia con gli ambienti espositivi ed esposte al pubblico. Nella piccola Cappella delle Anime del Purgatorio è esposta un’altra opera di Dine, il vaso/cratere ‘Flowers’, mentre l’area archeologica ospita due copie di ‘Small bird with tool’ nella Sala Butto e nella Sala dell’Armeria sono collocate le sculture ‘Venus and Neptune’ e ‘Big Lady on a Beaver’s stump’.
“Credo che per la città sia un dato molto importante che questa mostra sia interamente progettata e pensata per Napoli e per questo sito – ha sottolineato Trione – è un percorso espositivo unico nel suo genere, dal sapore internazionale come ormai la nostra città è abituata ad ospitare. La poetica di Dine si sposa con una visione mirata a proiettare Napoli nel panorama mondiale dell’arte contemporanea, in un abbraccio tra passato e futuro che definisce il carattere stesso della città: è la Napoli della storia e dell’innovazione, sempre pronta a farsi spazio nel dialogo globale delle idee culturali”.
La mostra è accompagnata da un catalogo, curato da Vincenzo Trione ed edito da Steidl, nonché da una fanzine con le immagini della mostra e con testi inediti, che verrà gratuitamente distribuita a partire da novembre.