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Napoli – Le mogli dei boss del clan Bosti, dei Mallardo, dei Licciardi e dei Contini. E non solo: i loro luogotenenti, i figli, i nipoti e gli imprenditori che per anni son o riusciti a riciclare il più imponente tesoro accumulato con i traffici illeciti. L’ultima retata che aveva coinvolto l’Alleanza di Secondigliano fu nel 2012 e anche in questo caso gli arresti furono oltre 100. Era il processo ai cosiddetti magliari, personaggi che partiti da Napoli hanno invaso l’Europa vendendo materiale falso prodotto nelle fabbriche dei quartieri di Forcella e della Duchesca. Adesso il commercio si è trasformato in imprenditoria pura e il gip Federica D’Auria del tribunale di Napoli ha firmato oltre 1.500 pagine di ordinanza di custodia cautelare eseguita dalla forze dell’ordine con 126 persone ammanettate. Ci sono tutti i personaggi di spicco del clan Rullo: Nicola detto l’infamone, Domenico Esposito, nipote di Rullo, Roberto Murano, il figlio di Patrizio Bosti. Tutti gli esponenti dei Licciardi, che negli anni hanno sostituto la figura di Vincenzo il chiattone. I reati vanno dall’associazione camorristica alla droga, ma soprattutto al riciclaggio dei proventi illeciti. La Guardia di Finanza ha sottoposto a sequestro l’ingente patrimonio illecitamente accumulato dai clan, per un valore di circa 130 milioni di euro.