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Napoli – Autobus senza manutenzione, sembra proprio non esserci pace per la flotta dell’Anm. Dopo i portelloni posteriori staccatisi nei giorni scorsi dai nuovissimi “Citymood”, ecco che adesso a “volare” sono i pannelli interni. È successo ieri su una delle linee di collegamento dell’area orientale del capoluogo, dove un grosso coperchio sopra al posto guida ha rischiato di precipitare sulla testa del malcapitato conducente. Facile immaginare il rischio che hanno corso i passeggeri presenti a bordo in quel momento.
Un episodio inquietante, che i sindacati stigmatizzano con parole di fuoco: «Sono mesi che i cittadini attendono invano i previsti miglioramenti e il rilancio del trasporto su gomma e ferro, in particolare in una prospettiva di ampliamento e incremento del servizio pubblico nelle periferie, in coerenza con l’azione promessa dell’amministrazione Comunale e in sintonia con gli impegni assunti dalla NapoliHolding. Anche ieri cittadini, lavoratori e studenti hanno dovuto fare i conti con l’ennesima giornata di passione del trasporto pubblico a causa di un guasto tecnico che ha determinato la chiusura improvvisa della metropolitana Linea 1 per circa un’ora. Se Sparta piange, Atene certo non ride».
E così arriviamo all’ultimo incidente “di percorso”: «Non è andata meglio per gli utenti che hanno deciso di utilizzare i bus per gli spostamenti cittadini, soprattutto in periferia, dove da giorni la frequenza delle corse ha subito una ulteriore rimodulazione dovuta alla carenza di personale e allo stato non ottimale di manutenzione dei mezzi. Difatti su un bus della linea 176 che collega la stazione ferroviaria di Portici con la zona alta di Ercolano, San Vito, si è distaccato un pesante portellone, situato sopra al posto guida. Una situazione che avrebbe potuto originare ben più gravi conseguenze, tanto per la sicurezza dell’esercizio, quanto per l’incolumità dell’operatore. L’assenza di un chiaro piano industriale, la mancanza di adeguate risorse e il fallimento delle misure tese al risanamento e al raggiungimento dell’equilibrio gestionale e strutturale in termini economico-finanziari, stanno diventando una lenta agonia verso il fallimento e la privatizzazione come già più volte denunciato da queste organizzazioni sindacali. Seppur necessario, ai fini del risultato atteso, nulla è stato finora fatto per potenziare l’attuale offerta di trasporto pubblico; migliorare le condizioni di viabilità, attuare un deciso contrasto all’evasione, eliminare privilegi, sacche parassitarie e il blocco di tutte le erogazioni salariali frutto di superminimi individuali».
Usb, Orsa e Faisa Confail, soprattutto nell’ultimo anno, a seguito della fase di concordato preventivo, «chiedono di proseguire attraverso percorsi negoziali utili all’efficientamento aziendale, attraverso il riassetto industriale ed attraverso la difesa della natura pubblica, per consentire all’azienda di operare in un sistema regolato e scevro da condizionamenti, in grado di garantire ai cittadini servizi  più efficienti, sicuri, sostenibili e di qualità e, al tempo stesso, definire condizioni adeguate di tutela per il lavoro e parità di trattamento tra tutto il personale dell’Anm».