Dodici opere internazionali compongono la selezione ufficiale della 23ª edizione dell’Ischia Film Festival, diretto da Michelangelo Messina.
Anche quest’anno l’Ischia Film Festival si conferma come un’esperienza totale di esplorazione geografica e cinematografica, senza confini né limiti. I cortometraggi selezionati – provenienti da Brasile, Cina, Estonia, Inghilterra, Iran, Italia, Romania, Russia, Slovacchia e Spagna – accompagneranno il pubblico in un viaggio originale attraverso paesaggi e immaginari differenti, all’insegna della scoperta dell’altro e della meraviglia che solo i luoghi vissuti sanno offrire. Le proiezioni si svolgeranno dal 28 giugno al 5 luglio 2025 nella cornice senza tempo del Castello Aragonese di Ischia, cuore pulsante del festival. L’iniziativa è realizzata con il sostegno della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del MiC e della Regione Campania.
Il rapporto profondo tra paesaggi e destino guida la selezione di quest’anno, dove – al di là delle latitudini – i protagonisti si muovono dentro storie in cui è il mondo circostante a determinare emozioni, decisioni e traiettorie. A rappresentare l’Italia, una triade di giovani autori capaci di costruire un cinema intimo e personale. In Il mare breve di Matteo Gamannossi e Riccardo Cocumarolo, le confessioni del guardiano del faro più remoto d’Europa, nelle isole Faroe, compongono un racconto di solitudine e deriva esistenziale. In L’oro della lama, di Francesco Carlo Lorenzini, le vette alpine e i pascoli d’alta quota diventano proiezione della giovinezza e dei suoi silenzi. L’ultimo giorno dell’orso, di Antonio Donato, invece, ambientato in una foresta arcana, affronta con tono simbolico il mistero della crescita e il senso della perdita.
Dal Brasile arriva O Leve Bailar das Borboletas di Leandro Fasoli, una fiaba dalla grazia ovidiana, in cui il respiro di una farfalla restituisce senso e metamorfosi a un’anima smarrita in una fabbrica silenziosa. La spiaggia, invece, si fa confine e rifugio in due opere dove l’adolescenza è sospesa tra desiderio e spaesamento: Sempre plou quan no fan escola, della catalana Carolina Gómez, e Jungle Law, dell’estone Madli Lääne.
La regista iraniana Paria Shojaeian adotta un tono surreale e provocatorio in Headache, per raccontare la solitudine di un netturbino nella città indifferente. Sul medesimo registro della favola nera si colloca anche Recurrence, di Ali Alizadeh, dove l’ambientazione fantastica di una fattoria senza coordinate diventa metafora della malattia e della difficoltà di orientarsi nel caos del presente.
Dalla Cina si affaccia la giovane autrice Lizixia Zhang, classe 2001, che con The Riverside Ghost with Long Braids ci guida dentro una cosmogonia rurale antica, fatta di riti, simboli e rapporti governati da forze naturali misteriose e imperscrutabili. Anche Celebration, del russo Igor Zuikov, ragiona sulle relazioni e sul trauma: il racconto di formazione ruota attorno all’attesa di un ritorno familiare, trasfigurato in un rito sospeso tra delusione e possibilità di redenzione.
Con Happy Snaps, l’inglese Tyro Heath riflette sulla natura ambivalente dell’isola, incubatrice di ricordi e aspettative, dove alcune fotografie sviluppate diventano visioni di un futuro possibile, pronto ad emergere. Un senso di inquietudine e frattura attraversa anche The Professional Parent di Erik Jasaň (Romania/Slovacchia), dove il villaggio è teatro di discriminazione e incomprensione, mentre il desiderio di maternità si scontra con un ambiente ostile.
Questo mosaico di sguardi e geografie, di culture e inquietudini, restituisce la complessità del nostro presente e rende l’Ischia Film Festival ancora una volta uno specchio sensibile del tempo che viviamo. Un tempo che solo il cinema, con la sua lingua mutevole e profonda, sa raccontare davvero.
Ischia Film Festival è sostenuto da: Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del MiC, Regione Campania – Film Commission Regione Campania, BONACINA, BPER Banca, TRECCANI Esperienze, ViVeTech.