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Napoli – Lungo e acceso confronto oggi in commissione Trasparenza, presieduta da Domenico Palmieri, tra i consiglieri comunali e i vertici di Asìa. Due i punti all’ordine del giorno: l’esecuzione del contratto di servizio, in particolare il tema della gestione del personale; le procedure straordinarie di gestione dei cumuli di rifiuti, con un approfondimento sulla situazione dell’area di stoccaggio ex ICM in via delle Brecce, a Napoli est. Programmato per la prossima settimana un sopralluogo della Commissione presso il sito di stoccaggio ex ICM.

Oltre al segretario generale, dr.ssa Patrizia Magnoni e al vicesegretario generale, dr.ssa Cinzia D’Oriano, sono intervenuti l’assessore all’Ambiente Raffaele Del Giudice e, per Asìa, l’amministratore unico Francesco Iacotucci, il direttore generale Francesco Mascolo ed il direttore del personale Piero Francesco Gargiulo.

Sulla situazione del personale Asìa e le procedure di esternalizzazione (così come definite dal nuovo contratto di servizio, che affida per 15 anni alla società partecipata i servizi di igiene ambientale in città), il presidente Palmieri, nell’introduzione, ha richiamato l’opportunità di conoscere il reale fabbisogno di personale; inoltre, occorre chiedersi se i frequenti provvedimenti disciplinari nei confronti dei dipendenti, sfociati anche in licenziamenti, non siano il termometro di un malessere dei lavoratori e di difficoltà organizzative da parte dei vertici.

L’amministratore unico di Asìa, Francesco Iacotucci, ha ricordato gli interventi di ottimizzazione delle operazioni e delle attività svolti negli ultimi anni, realizzati malgrado un numero di operatori sempre più ridotto, spesso sottoposto a limitazioni in base al giudizio del medico competente. E’ innegabile che questo produca sofferenze, in particolare nell’ambito del decoro e dello spazzamento. Ma l’obiettivo, ha proseguito, è stato soprattutto quello di tenere i lavoratori in azienda, scegliendo di impiegarli in mansioni meno gravose senza arrivare ad interrompere il rapporto di lavoro. Vanno invece distinte le questioni disciplinari, in molti casi avviate proprio per tutelare gli altri operatori, e per sanzionare comportamenti non compatibili con il lavoro in un’azienda pubblica.

Il direttore del personale di Asìa, Gargiulo, ha fornito i dati: Asìa si troverà, al prossimo 31 dicembre, ad avere in organico 2010 dipendenti (a fronte degli oltre 3000 dei primi anni 2000 e dei 2113 del dicembre 2018). Tra questi, il 32,4 % ha un’età compresa tra i 61 ed i 66 anni, il 36,4% tra i 56 ed i 60 anni: è evidente che, se non si interviene con un piano di rinnovamento per i prossimi cinque anni, l’azienda è destinata a morire. Insieme all’efficientamento, l’obiettivo è quello di ridurre le esternalizzazioni, per le quali si spendono ora circa 6 milioni all’anno, meno comunque rispetto ad altre città italiane, come ad esempio Torino. Si può certamente fare di più, ha concluso, ma le inefficienze sono anche la conseguenza di un sistema di impianti incompleto, non integrato verticalmente.

L’assessore Del Giudice ha ricordato che questa amministrazione ha dotato Asìa di un contratto di servizio che delimita finalmente il perimetro delle attività dell’azienda. Sono molti i risultati positivi raggiunti, tra questi: l’affrancamento dai privati, la creazione dei poli della logistica, l’implementazione delle strutture per operare meglio nel territorio. Il fabbisogno di servizi in città è aumentato a seguito dell’exploit turistico, e sono continue le interruzioni del servizio ordinario per far fronte ad emergenze connesse a sversamenti abusivi nelle aree di confine con altri comuni: tutti fenomeni ai quali si tenta di dare soluzione grazie anche al sacrificio e alla disponibilità del personale.

Nel dibattito i consiglieri comunali sono intervenuti oltre che sul personale su diverse criticità del servizio: Nino Simeone (Agorà) ha chiesto chiarimenti sull’organizzazione delle comunicazioni interne all’azienda, evidenziando disservizi con il call-center per lo smaltimento degli ingombranti. Il consigliere Salvatore Guangi (Forza Italia) ha pubblicamente chiesto la rimozione dei vertici dell’azienda, ai quali vanno attribuite le responsabilità per l’emergenza vissuta la scorsa estate; ha poi denunciato di non aver avuto risposte, né documenti, in merito alla vicenda del licenziamento di un operatore Asìa, già sollevata in Consiglio comunale. Per Fulvio Frezza (Misto) non devono essere trascurate le tante persone che dai territori segnalano il dramma quotidiano dell’abbandono, della sporcizia e del degrado, una situazione inaccettabile, soprattutto per cittadini che pagano tariffe altissime senza ricevere servizi; inoltre, si registrano criticità anche sul fronte del personale: tra poco andranno tutti in pensione gli addetti al trasporto degli operatori tra i vari distretti; occorre capire se ci sono margini per assumere nuovo personale, e approfondire anche temi quali i controlli, le sanzioni, la gestione delle sedi. Un intervento straordinario è stato richiesto da Diego Venanzoni (Partito Democratico): la situazione è ormai insostenibile, occorre una svolta definitiva che dia segnali forti anche ai cittadini che continuano a trasgredire; sulle esternalizzazioni, sono troppi i mezzi di società esterne che si vedono in città, sarebbe opportuno avere i numeri esatti da parte della società. Il consiglio comunale è stato di fatto esautorato dalla discussione sul contratto di servizio di Asìa, ha detto Matteo Brambilla (Movimento 5 Stelle); tra le criticità attuali, c’è l’alta percentuale di impiegati amministrativi presenti in una società di servizi (circa 12%); va chiarito, tra le altre cose, l’impiego dei lavoratori del Consorzio Unico di Bacino, il rispetto o meno del blocco degli incentivi per il personale imposto dal predissesto, quale sia l’effettiva spesa per le esternalizzazioni; non si può parlare di Asìa come di una società efficiente, e va criticata la maggioranza che oggi contesta il contratto quando all’epoca della sua approvazione nessuna obiezione venne fatta in Aula. Per Aniello Esposito (Partito Democratico) bisogna prendere atto del fallimento dell’amministrazione, totalmente responsabile del disastro che vive oggi la città; i cittadini pagano per un servizio inesistente, costretti ad accettare condizioni di degrado assurde, come la presenza di cassonetti mai disinfettati in prossimità delle abitazioni; in qualità di capogruppo del Partito Democratico, ha infine chiesto, per un approfondimento, la copia dei documenti relativi al licenziamento del dipendente Asìa.

Dopo una breve replica dell’Assessore e dei vertici di Asìa, la Commissione ha iniziato la discussione del secondo punto all’ordine del giorno, relativo alle procedure straordinarie previste per l’accumulo di rifiuti, del rischio roghi e delle misure per la gestione e lo stoccaggio dei rifiuti nell’ex ICM a via delle Brecce. E’ importante, per il presidente Palmieri, capire se Asìa è attrezzata per far fronte alle diverse criticità che si registrano in città, chiedersi, ad esempio, come mai non sia intervenuta prima a San Pietro a Patierno, area di sversamento abusivo più volte segnalata dalla Municipalità, oggetto di un violento incendio lo scorso mese di agosto. La vicenda complessa dell’ex ICM necessita di chiarimenti, alla luce delle disposizioni del piano predisposto dalla Regione Campania per far fronte all’emergenza connessa alla chiusura dell’inceneritore di Acerra.

L’assessore Del Giudice ha ricordato che il recente piano regionale prevede l’istituzione, nell’ex ICM, di un’area di stoccaggio dinamico per circa 200 tonnellate al giorno. Sono sopraggiunte ulteriori criticità, ha specificato, connesse all’incendio di diverse piattaforme di trasformazione dei rifiuti, nel nord Italia, e ad un innalzamento della qualità di umido ammessa negli impianti di trasformazione, sempre nel nord Italia, tutti fattori che hanno aumentato la quantità di rifiuti negli Stir, che tuttavia, malgrado le criticità evidenziate, stanno lavorando abbastanza bene.

Il direttore generale di Asìa, Francesco Mascolo, riferendosi alla situazione di San Pietro a Patierno ha chiarito che è in corso una mappatura dei siti di sversamento abusivi in città, e che esiste una scaletta di interventi. Sulla situazione dei rifiuti, Mascolo ha ricostruito la situazione napoletana: sono prodotte 1420 tonnellate al giorno, delle quali 560-70 (pari al 40%) sono rifiuti differenziati. Il piano regionale ha attivato un sistema a flusso continuo nei siti di stoccaggio temporaneo: se si continua così, si riuscirà a scongiurare un’emergenza; come nelle altre città italiane, molti problemi sono stati creati dal blocco delle piattaforme di trasformazione e dalla maggiore qualità di umido ammessa negli impianti.

Sulla situazione dell’ex ICM in via delle Brecce i consiglieri comunali sono nuovamente intervenuti. Aniello Esposito (Partito Democratico) ha chiesto se su quell’area sia mai stata fatta una valutazione dell’impatto ambientale, e ha chiesto ad Asìa di assumersi la responsabilità di dichiarare che ICM è in grado di sostenere questa situazione. Vincenzo Moretto (Prima Napoli) ricordando il dibattito sulla mancata realizzazione del termovalorizzatore, ha ricordato che il fallimento dell’intera filiera si registra proprio sui dati che vengono forniti oggi. La responsabilità della situazione attuale ricade tutta sull’amministrazione comunale che, quasi alla fine del suo mandato, ha siglato un contratto di servizio per 15 anni, vincolando anche le future amministrazioni al rapporto con Asìa. Inoltre non sono mai state fornite risposte alle numerose richieste di intervento e interrogazioni fatte in Aula, e sono molte le riserve espresse per la gestione del personale e dell’azienda stessa, ridotta a stazione appaltante dal contratto di servizio. E’ importante che il Consiglio comunale, non avendo potuto esercitare la sua funzione di indirizzo sul contratto, possa ora almeno esercitare il controllo. La tutela della salute pubblica è stata invece evocata da Marta Matano (Movimento 5 Stelle), che ha ricordato le interrogazioni svolte in passato sul tema della ex ICM, che di fatto è una vera e propria discarica, sorta in un’area già da tempo martoriata, peraltro all’interno di un Sito di interesse nazionale. L’amministrazione ha commesso errori non spiegando correttamente ai cittadini come bisognava fare la differenziata, e soprattutto occorreva partire subito con le sanzioni nei confronti dei trasgressori. Per Matteo Brambilla (Movimento 5 Stelle) l’amministrazione non dice, da otto anni, come stanno esattamente le cose; la ex ICM è di fatto una discarica e come tale va trattata, chiarendo se ci sono misure di sicurezza e studi fatti sull’area.

E’ intervenuto anche il consigliere della 7a Municipalità Giuseppe Grazioso che ha chiesto ai vertici Asia, ottenendo la disponibilità dell’amministratore unico Iacotucci, la creazione di una fascia di sicurezza a via Cupa Principe, tra un’area incolta di competenza di Asia e le abitazioni, per scongiurare il rischio di incendi.

Dopo una replica dell’assessore Del Giudice, che ha rigettato le critiche di Brambilla rivendicando la correttezza dell’amministrazione nel fornire le giuste informazioni, la Commissione ha stabilito di effettuare un sopralluogo nel sito ex ICM per la prossima settimana.