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Napoli – “Anche oggi file indegne di un paese civile” si registrano lungo la porta d’accesso della Funicolare di Montesanto a Napoli. In attesa di prendere il mezzo che collega il Centro Storico con la zona collinare di via Morghen, i cittadini spaiasti e preoccupati per l’emergenza Covid sono così costretti a restare accalcati, lungo i corridoi della stazione della Pignasecca

Code, decisamente simili, a quelle registrate solo sabato scorso per l’inizio della campagna vaccinale contro il Covid nella Mostra d’Oltremare. Resse che avevano mandato su tutte le furie il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris.

Anche oggi file indegne di un paese civile per vaccinarsi. Regione Campania ed ASL hanno avuto settimane per organizzare un servizio che aspettiamo da mesi” aveva tuonato l’ex pm di Catanzaro.

Ma per riorganizzare le stazioni napoletane per l’emergenza Covid, l’amministratore della città ha avuto addirittura 9 mesi, conditi da denunce quotidiane di sindacati ed utenti. Eppure le code qui continuano a registrarsi, anche oggi. Ma per Palazzo San Giacomo, queste non fanno notizia. E le conseguenze le pagano, purtroppo, cittadini e dipendenti del trasporto pubblico.

L’Anm – racconta Adolfo Vallini dell’Usb – ha avuto settimane per organizzare un servizio di trasporto pubblico rispettoso delle misure anticoronavirus. Provvedimenti concreti che aspettiamo da mesi”.

“Siamo stanchi  – chiarisce il sindacalista – di subire la propaganda politica di un’amministrazione comunale che con tutta probabilità non usa i mezzi pubblici per spostarsi. Esseri umani, in particolare anziani e lavoratori, ammassati ed in fila per ore al freddo e sotto la pioggia davanti alle fermate dei bus e nelle stazioni”.

File e assembramenti all’esterno delle stazioni di metro, bus e funicolari del Capoluogo che si registrano già dai primi tempi della pandemia.

Ma “piuttosto che potenziare il servizio ordinario l’azienda (Anm) ha creato due line bus ex novo” gestite da privati. Accendendo, nuovamente, le polemiche per il mancato rinnovo di contratto – scaduto a fine novembre – di 40 autisti interinali, mandati in cassa integrazione frettolosamente a causa dell’emergenza Covid.