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La Seconda Sezione della Corte d’Appello di Napoli, al termine di una camera di consiglio durata diverse ore, ha assolto Crescenzo Marino dall’accusa di essere stato il capo del clan Marino e di aver ereditato il “trono” lasciato dal padre Gennaro Marino, detto “McKay”.
Crescenzo Marino – legato da un’amicizia con Geolier che lo ha citato anche nei suoi testi, in particolare nel brano “nun sacc’ perdere” contenuta nell’album “Dio Lo sa Atto III” – è stato difeso da un collegio formato dagli avvocati Luigi Senese, Saverio Senese ed Emilia Granata (dello studio dell’avvocato Luigi Senese).
Il figlio del boss Gennaro Marino, condannato a 10 anni di reclusione, in primo grado, è stato assolto con formula piena in appello.
A Crescenzo Marino veniva contestato di essere capo e promotore dell’associazione malavitosa delle case celesti di Scampia chiamata clan Marino.