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NAPOLI – Questa mattina, all’inaugurazione dell’acquario della Dohrn, il sindaco Luigi De Magistris ha avvisato i cronisti già tutti proiettati nella campagna elettorale che gli si facevano attorno: “Mancano 4 mesi al voto. Sarà una campagna a 40 gradi. Ad alcuni, il gran caldo, annebbierà la vista. Ad altri schiarirà le idee: spesso in piena estate ne vengono di brillanti. Ma ora siamo solo all’antipasto. La situazione è ancora fluida…“.

Tanto è vero che, secondo il primo cittadino partenopeo, ai nastri di partenza per la corsa alla sua successione, ci sono 4 anziché 5 candidati: Gaetano Manfredi, Catello Maresca, Antonio Bassolino e Alessandra Clemente. Gaetano Manfredi – ha detto – potrebbe convergere sulla sua candidata, Alessandra Clemente. 

Ma soprattutto, Sergio D’Angelo, secondo lo schema di De Magistris, ha già fatto un passo indietro. Se quest’ultimo, nella visione di De Magistris, è da considerarsi con Manfredi o con la Clemente non è stato un punto approfondito dal capannello di microfoni in villa comunale. Ma tant’è: la situazione, se non ancora a 40 gradi, fluida lo è davvero.

E se l’ex assessore di De Magistris patron delle cooperative Gesco è tentato da Manfredi e dal suo centrosinistra, gli altri “cespugli” pure lo dimostrano.

Infatti, sono tutti in attesa di capire bene la situazione e di scegliere la giusta collocazione la lista civica di ispirazione liberale “Azzurri per Napoli”, “Azione” di Carlo Calenda e “+Europa”.    

Per “Azzurri per Napoli”, che nasce da una costola di Forza Italia e del centrodestra, oggi, nel corso del Vg21, ha parlato l’ex coordinatore cittadino dei berlusconiani Stani Lanzotti.

Al direttore Gianni Ambrosino che gli chiedeva tra Maresca e Manfredi quale fosse il candidato sindaco con cui gli Azzurri vogliono scendere in campo, Lanzotti è stato un salomonico: “Manfredi e Maresca sono due ottime nomination: con loro, Napoli in ogni caso cadrà bene”.

In ogni caso, che la bilancia azzurra penda di più dalla parte di Manfredi lo dimostra quest’altra dichiarazione di Lanzotti: “Io, cioè noi della lista, siamo incompatibili con alcuni pezzi di classe dirigente del centrodestra locale”.

Come dire: se Maresca, che pure sarebbe il candidato preferito per collocazione politica e affinità culturale, finirà per accettare i partiti e la nomenclatura del centrodestra tradizionale che a Napoli vede come uno dei suoi leader l’eurodeputato forzista Fulvio Martusciello, Lanzotti e i suoi si sposteranno su Manfredi.

L’ex rettore ne sarà ben contento: gli viene imputato il fatto di essere juventino. Con Lanzotti – che dovrebbe ufficializzare il suo posizionamento il 15 giugno – avrà anche lui un pò di azzurro (sebbene di derivazione berlusconiana).

Capitolo “Azione” di Carlo Calenda: anche qui c’è una data che dovrebbe sciogliere il dubbio da che parte stare, sabato 19 giugno. Il coordinatore cittadino Marcello Tortora ha convocato per quel giorno un’assemblea che a nome dei circa 2500 ‘azionisti’ partenopei deciderà con quale squadra giocare la campagna elettorale.

Certo: ad oggi, i calendiani sono, per loro stessa confessione, in un “cul de sac” perchè il loro Verbo è: mai con i sovranisti e mai con i populisti. Dal loro punto di vista, quindi, dovrebbero rinunciare a Maresca nel caso in cui l’ex pm della Dda dovesse confermare l’alleanza col centrodestra in cui sono presenti anche Fratelli d’Italia e Lega, due partiti sostanzialmente anti-europei.

Ma dovrebbero rinunciare pure a Manfredi, che annovera nella sua mega-coalizione il Movimento 5 Stelle, la quintessenza del populismo.

La sensazione è che il 19 giugno gli uomini e le donne di Calenda vorranno prendere in esame i programmi dei due candidati più forti e valutare poi il da farsi.

Anche perché la terza opzione sarebbe quella di andare con la sinistra di Antonio Bassolino, un mondo che parecchi azionisti – hanno avuto già modo di chiarire nelle scorse settimane quando c’era stato un primo approccio – avvertono come distante.

Capitolo +Europa. Su questo versante, la situazione è ancora più in alto mare. Entro giugno il partito che è stato di Emma Bonino fino allo scorso marzo, è chiamato a un nuovo congresso nazionale che dovrebbe proclamare Riccardo Magi presidente e Benedetto Della Vedova segretario.

Fatto sta che a Napoli il gruppo che segue Piercamillo Falasca è in subbuglio sulle modalità – giudicate poco trasparenti per utilizzare un eufemismo – con cui si è portato avanti il tesseramento. E ieri si è già giunti a un punto di non ritorno: Falasca, che da febbraio è nello staff della ministra Carfagna, ha annunciato l’addio al partito e la costituzione di un’associazione: “Italia Europea”. Con lui ci sarà il consigliere Fulvio Frezza.

Bisognerà vedere quest’associazione, quindi, come potrà collocarsi: ma con Maresca legato mani e piedi al centrodestra di Lega e Fratelli d’Italia, la scelta più facile anche in questo caso dovrebbe essere quella di sostenere Gaetano Manfredi. Nella stessa coalizione, paradossalmente, dove “Italia Europea” potrebbe ritrovarsi con chi continuerà a militare nella Più Europa di Della Vedova.

Per dirla con De Magistris stamane alla stazione Dohrn, “ci vuole un fisico bestiale”.