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Napoli – Salvatore i minori dal rischio del carcere, dalle influenze della camorra. Dallo spaccio e dagli omicidi. Una ricetta c’è ma deve essere condivisa da tutti. Ecco il senso dell’incontro che si è tenuto alla regione Campania e organizzato dal garante per i detenuti  Samuele Ciambriello, dal titolo “liberare i minori e renderli adulti e responsabili”.
Un messaggio video è stato inviato dalla mamma di Arturo, ragazzo assalito ed accoltellato senza motivo, nel dicembre dello scorso anno, da un gruppo di minori mentre passeggiava a Napoli per via Foria. «Come garante dei diritti dei detenuti, sia adulti che minori, ho messo attorno ad un tavolo i responsabili delle comunità residenziali per minori, i Presidenti di Tribunale, Procuratori del Tribunale per minorenni, responsabili nazionali e regionali di giustizia minorile». «Spesso  in Campania sia che un minore viva un disagio, che viva una devianza o che viva la microcriminalità viene messo a prescindere nel calderone delle “baby gang”, – ha dichiarato a margine della iniziativa  Samuele Ciambriello. Poi un po’ di numeri: l’anno scorso circa 5.000 adolescenti presenti sulla nostra regione sono stati fermati, interrogati, portati a casa, nelle comunità o nelle carceri. In Italia vi sono 17 istituti per minori dei quali due in Campania, Nisida ed Airola, che ospitano rispettivamente 66 e 33 ragazzi, tra i 14 ed i 25 anni. In convenzione con il dipartimento di giustizia minorile ci sono 45 comunità con circa 147 presenze, i minori in messa alla prova sono intorno ai 450, mentre gli  affidati al lavoro ex art 47 sono intorno ad una 20ina”, ha continuato il garante per i detenuti della Campania. 
«Intorno a questo tavolo di “responsabilità” voglio mettere anche la politica, onde evitare che la stessa, sia a livello nazionale che regionale, pensi che il minore che sbaglia debba essere semplicemente giudicato e messo in carcere. Così ragiona una società malata che sta giudicando se stessa, la propria malattia. Abbiamo, infine, discusso anche con i magistrati delle novità che l’attuale Governo sta mettendo in campo all’interno della riforma penitenziaria dei minori: più ore d’aria, più possibilità di andare nelle comunità, più possibilità di sentire i propri affetti, non semplice custodia nelle carceri. A ciò va aggiunto il vantaggio di poter fare dei corsi di formazione professionale con dei tirocini all’esterno sia delle comunità che delle carceri. Da qui l’idea del titolo del convegno “liberare i minori e renderli adulti e responsabili”, ha concluso Ciambriello. «Con il Garante condividiamo un lavoro sul tema dei minori e sulle attività formative che stiamo portando avanti non solo nelle carceri ma anche in strutture dove i ragazzi scontano pene attenuate, per provare a venire incontro alle esigenze dei minori», ha aggiunto in apertura dei lavori l’assessore Marciani. «Abbiamo voluto introdurre come Regione un progetto che proviene dalla tradizione tedesca, il sistema Gual, per poter far sii che i minori, sin dai 13 anni, si avviino ad un percorso formativo, che va da uno ai tre anni, molto più pratico e che permetta loro di avviarsi realmente ad un mestiere».