Finiscono agli arresti domiciliari due imprenditori, uno originario di Castelvecchio, Gabriele Arrotino, 52 anni, e un altro di Torre Del Greco, Luigi Ammendola (43), indagati per la bancarotta fraudolenta da un milione di euro. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pescara, Maria Carla Sacco, che ha applicato la misura cautelare a margine dell’interrogatorio di garanzia. Il pm, Fabiana Rapino, aveva chiesto la custodia cautelare in carcere.
Insieme a loro figurano anche altri tre indagati che sono però tre dipendenti assunti in altrettanti punti vendita, secondo la procura in maniera fittizia per intascare la disoccupazione.
Nella richiesta di misura cautelare il pm Rapino disegna un quadro della società piuttosto chiara.
Insieme a loro figurano anche altri tre indagati che sono però tre dipendenti assunti in altrettanti punti vendita, secondo la procura in maniera fittizia per intascare la disoccupazione.
Nella richiesta di misura cautelare il pm Rapino disegna un quadro della società piuttosto chiara.
“Una struttura societaria artificiosamente costituita e diretta da un unico centro decisionale, finalizzata all’evasione fiscale, al mancato assolvimento degli obblighi tributari, al conseguimento illecito di profitti mediante l’omessa contabilizzazione e dichiarazione di ricavi, l’indebita detrazione dell’Iva, nonché mediante la sistematica predisposizione di bilanci falsi propedeutici all’ottenimento di corposi finanziamenti pubblici”. I due imprenditori sono difesi dagli avvocati Alberto Paolini e Vincenzo Margiotta.