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NAPOLI – Diario della campagna elettorale di Napoli, ultime ore. Domani silenzio elettorale, domenica e lunedì si vota.

Ultime ore con le ultime parole famose, intese quelle spese dai big che oggi sono calati da Roma in massa per chiudere la campagna elettorale sotto il Vesuvio ma anche con l’ultima beffa.

E’ toccata al candidato sindaco del centrodestra Catello Maresca: la commissione antimafia ha segnalato in una sua civica sopravvissuta alla tagliola del Consiglio di Stato, “Essere Napoli”, l’unico candidato impresentabile di questa contesa elettorale.

La commissione ha segnalato Carlo De Gregorio. Sta di fatto che “Essere Napoli” assicura che si tratta di un errore dovuto a un caso di omonimia. In ogni modo si risolverà il giallo, De Gregorio non verrà cancellato dalla lista. E quindi comunque potrà essere votato. Ma, se eletto, e se fosse davvero lui il Carlo De Gregorio condannato per droga come ravvisato dalla commissione parlamentare presieduta dal pentastellato Nicola Morra, dovrebbe essere sospeso.

E quindi: ultime parole famose. 

Cominciamo con Antonio Tajani, il vice di Berlusconi che è intervenuto nuovamente a Napoli (tant’è che gli veniva di parlare napoletano), fotografando una Forza Italia quanto mai unita e pilastro della coalizione a sostegno di Maresca. 

A Roma, poche ore prima, sotto i suoi occhi, Matteo Salvini ha abbracciato solo Giorgia Meloni specificandogli che “questo non è il momento per le cose a tre”.

Tajani, a Napoli non corre questo rischio: qui i vertici di Lega e Fratelli d’Italia non ci sono… “Salvini, a Roma, ha voluto scherzare. Ma noi guardiamo in casa nostra, non guardiamo a quello che fanno gli altri. Qui noi vogliamo vincere con il nostro simbolo, i nostri candidati e il nostro candidato sindaco. Forza Italia primo partito della coalizione di Maresca? Siamo convinti di fare un ottimo risultato: il partito si è rinnovato e vedo tanto entusiasmo”.

A San Pietro a Patierno, con lo stato maggiore napoletano capitanato da Fulvio Martusciello, intanto, il vice del Cav ha rilanciato l’idea di dare una pensione alle casalinghe, riscuotendo grande successo.

In mattinata, una delle prime big ad arrivare a Napoli per dirigersi al Foqus è stata, comunque, l’ex ministra di Italia Viva Maria Elena Boschi. 

Domanda: l’alleanza con l’ala dei dissidenti di Forza Italia (“Azzurri per Napoli”, ndr) è un laboratorio per un processo da continuare a livello nazionale al fine di creare una nuova “cosa” riformista, liberale e di centro, magari (era sottinteso) già in vista della elezione del prossimo Presidente della Repubblica? 

Risposta: “Facciamo una cosa alla volta. Sul locale è più facile costruire percorsi comuni perchè ci sono progetti concreti su cui ci si ritrova. Come è capitato qui, attorno a programmi concreti e alla figura di Gaetano Manfredi”.  

E quindi Manfredi. L’ex rettore, che parte con i favori del pronostico in questa corsa per palazzo San Giacomo, è stato nel pomeriggio con il ministro del lavoro Andrea Orlando a Scampia e con il Movimento 5 Stelle di Conte, Di Maio e Fico in piazza Dante.

Orlando, a Scampia: “Io vi prometto solo una cosa: di tornare appena Gaetano sarà eletto sindaco e di dare appuntamento in Comune ai vostri Comitati di quartiere per affrontare concretamente le problematiche che vi stanno a cuore. Prima lo facciamo sindaco, quindi, prima ci vediamo” – ha detto il dirigente del Partito Democratico alludendo a una vittoria già al primo turno. 

Poi, ha continuato così: “Da ex ministro della giustizia ho cercato di migliorare le condizioni carcerarie. Ma ho anche posto il tema di come dare una seconda possibilità a chi ha dovuto scontare una pena, a chi ha fatto un errore. Ci sono dei posti dove è più facile sbagliare. Ma questo voto deve servire proprio a dire basta alle diseguaglianze sociali. Chi vive a Scampia deve poter vivere come un cittadino del Vomero o di Chiaia. Anche con le stesse possibilità lavorative”.

Finale del diario dedicato alla chiusura della campagna elettorale di Napoli per l’ex premier Giuseppe Conte: “Ci battiamo per togliere l’Irap, per introdurre il salario minimo e una vera decontribuzione per il Sud. E anche per semplificare l’Irpef”.

All’ultimo giro prima delle urne, le parole famose saranno da ricordare.