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Napoli – Sono dodici i consiglieri comunali che non reggeranno il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris e non voteranno il bilancio previsionale. “Non parteciperemo all’ennesima pantomima che verrà consumata in questo consesso a danno dei cittadini. Non ci presteremo all’ennesima presa in giro della città” si legge nella lettera firmata e consegnata poco prima dell’inizio della seduta che si tiene questa mattina in videoconferenza. “Se tenete veramente al bene dei cittadini abbiate il coraggio di ammettere il vostro fallimento e lasciate libera la città che tenete in ostaggio da troppo tempo” scrivono Brambilla Matteo e Matano Marta (Movimento 5 Stelle), Giova Roberta, Quaglietta Alessia e Venanzoni Diego (La Città), Esposito Aniello, Federico Arienzo e Madonna Salvatore (Partito Democratico), Nonno Marco e Santoro Andrea (Gruppo Misto – Fratelli d’Italia), Moretto Vincenzo (Gruppo Misto – Lega), Lanzotti Stanislao (Forza Italia). Mancano invece le firme dei consiglieri d’opposizione Salvatore Guangi di Fi, Anna Ulleto del Gruppo Misto e Domenico Palmieri così come dei consiglieri di Italia Viva.

Di seguito il testo integrale della lettera.

“Abbiamo molto riflettuto sul comportamento da tenere in aula e durante questo Consiglio.

Lei, sig. Sindaco, ha perso la maggioranza che l’ha finora sostenuta, e da tempo non ha più i numeri per continuare.

Solo l’atteggiamento di alcuni membri delle opposizioni, in contrasto con il mandato ricevuto dai loro elettori, e la poca trasparenza di chi le ha voltato le spalle, consente ancora, a questa amministrazione, di poter proseguire nel suo mandato.

Il tempo della pandemia ha portato tutti a ragionare sulla necessità di ammainare, in questi mesi così difficili per la nostra città, le bandiere di appartenenza e provare a lavorare insieme, sospendendo criticità e giudizi.

Al Sindaco sarebbe spettato dirigere questo processo di pacificazione, attraverso un coinvolgimento reale di tutte le rappresentanze che siedono in questo Consiglio e che rappresentano le differenti sensibilità della città.

Ai pochi tavoli di concertazione non sono seguite scelte condivise, bensì uscite e prese di posizione in solitaria del Sindaco, spesso neanche concordate con i suoi stessi consiglieri che, come noi, manifestavano sconcerto. Tavoli che si sono chiusi, perché chi avrebbe dovuto mediare tra posizioni diverse ha abdicato quasi subito al ruolo che gli sarebbe spettato, preferendo invece imperversare in tv e sui social.

Il Sindaco della terza città d’Italia preferisce infatti affidare ad ospitate televisive e a post su una pagina Facebook questioni relative al governo della città e che in qualunque paese mediamente civile andrebbero affrontate nelle sedi delle istituzioni, per noi è davvero troppo!

Assistiamo esterrefatti a prese di posizione a fasi alterne contro il governo o la regione, senza mai una assunzione di responsabilità o proposte serie. Addirittura in questa fase così drammatica il sindaco ha lanciato la candidatura dell’Assessore Clemente, aprendo di fatto una campagna elettorale giornaliera al posto di occuparsi dei sempre più gravi problemi della città.

Ciò nonostante abbiamo atteso di leggere i documenti che oggi saranno portati in discussione, con la speranza di trovare una qualche convergenza che potesse dare motivo di unità, in questi difficili mesi, per provare a lavorare al meglio per una città spaventata e provata da questa epidemia che non ha paragoni in epoca contemporanee.

Ma ci è bastato leggere il DUP, il manifesto di quello che avete promesso e mai mantenuto, con linee ideologiche che dovrebbero essere alla base di qualunque esperienza politica e che voi candidamente avete ripudiato.

Per fare qualche esempio:

Ancora parlate di un biodigestore la cui realizzazione è stata approvata il 27 dicembre del 2017 e che non ha visto nemmeno una pietra messa. Un biodigestore finanziato con fondi della Regione Campania, secondo il piano generale di smaltimento dei rifiuti, che avete inizialmente fatto finta di contrastare per pura ideologia senza però proporre nessun piano alternativo. E per realizzarlo avete scelto la zona di Napoli est, una zona SIN già martoriata e violentata da una vocazione industriale poi smarrita e che avrebbe potuto trovare un riscatto in quel mare che ovunque nel mondo produce economie di sistema, ma non qui. E dopo 3 anni siete ancora a proporre la stessa improponibile idea.
La riscossione dei tributi, punto critico di questi anni. Avete fatto una battaglia ideologica sostenendo che la gestione dei tributi avrebbe dovuto essere pubblica, avete attaccato Equitalia, senza però dare una reale soluzione alternativa ad essa ed ora siete ritornati ad un piano che apre alla gestione privata, perché avete scoperto che questo è il metodo che può rendere meglio. Avete smentito voi stessi e le vostre lotte, avendone negato valore ed effetti.

Smantellate la Napoli holding, dopo che ci avete raccontato che l’avevate creata per supportare la vostra idea di Governance delle Partecipate, smentendo anche qui clamorosamente quanto detto in tutti questi anni. Togliete soldi al trasporto pubblico sancendo nei fatti il passaggio al privato, dopo che avete gridato ai quattro venti che mai il privato avrebbe gestito il trasporto di linea.

Parlate di impianti sportivi, riqualificati grazie alle Universiadi e che oggi sono di nuovo in stato di abbandono perché ancora non avete fatto bandi pubblici per assegnarli a chi potrebbe finalmente metterli a servizio della collettività e tutelarli contemporaneamente.

Per quanto riguarda il Bilancio anche qui la situazione è disastrosa. I numeri dicono che siamo ultimi tra le 10 grandi città italiane per le spese in settori ad impatto sociale; ultimi per capacità di riscossione, che significa non avere poi risorse per i servizi che servono ai cittadini; primi per esternalizzazioni, che vuol dire ultimi nell’affrontare con le nostre partecipate e i nostri uffici le questioni della città.

Per tutti questi motivi annunciamo che non parteciperemo all’ennesima pantomima che verrà consumata in questo consesso a danno dei cittadini. Non ci presteremo all’ennesima presa in giro della città.

Se tenete veramente al bene dei cittadini abbiate il coraggio di ammettere il vostro fallimento e lasciate libera la città che tenete in ostaggio da troppo tempo”.