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Napoli – Come aveva già anticipato anteprima24 arriva la reazione del papà del bimbo preso di mira dalla gogna social per l’episodio della maglietta della Juve durante il match del San Paolo. Con i buontemponi del web si erano però aggiunti anche i giornalisti Cruciani e Mughini i quali  via radio non hanno speso belle parole per il piccolo tifoso del Napoli.

«Egregi Mughini e Cruciani sono il papà di quel piccolo, birbante, futuro e inevitabile ‘parcheggiatore abusivò, spero vogliate leggere in modo oggettivo questa mia risposta alle inutili offese da voi elaborate all’indirizzo di un piccolo bimbo, primo della classe, generoso e amato in modo incondizionato da parenti e amici, che altro non ha fatto di male se non sfuggire alle indicazioni dei suoi genitori per affermare un proprio pensiero».

Parte così la lettera fatta pervenire all’Ansa redatta dal padre del bimbo, sceso sul terreno di gioco con i calciatori di Napoli-Juventus, finito poi nella bufera dei social per una brevissima intervista post gara dove spiegava coloritamente la scelta di coprire il logo della squadra rivale. Insieme al lavoro dell’avvocato Sergio Pisani già nei giorni passati il papà aveva chiesto la rimozione del video in cui appariva il figlio minorenne.

«Mio figlio, – continua il papà – abusando della sua spontanea esuberanza è inciampato nella ‘viralità dell’ignoranza, unica genuina espressione di un’epoca digitale madre di una cultura di massa che mai potrà favorire il progresso del genere umano». 

«Ricordo un esimio giurista vissuto nello scorcio del diciannovesimo secolo – racconta il padre del piccolo tifoso – che, cavalcando l’idea positivistica, figlia degenere del pensiero evoluzionistico, ritenne che il figlio del delinquente abituale non poteva diventare altro che un delinquente a sua volta. Gli eventi successivi declassarono le teorie lombrosiane ad una semplice deviazione della matrice darwiniana e ben presto furono dimenticate. Ma questa storia, cultori come voi siete la conoscete a memoria».

«Mio malgrado noto che larve di quella malattia – conclude il papà – continuano a sussistere anche al giorno d’oggi e quindi mi sento di suggerire alle popolazioni più esposte a questo virus di intervenire al più presto per evitarne il contagio. Comprendo le esigenze del vostro lavoro, come comprendo la necessità che il gradimento sia il termometro del conto corrente di alcune categorie di professionisti; tuttavia sono aduso a credere che sia riprovevole creare un format di fortuna, o mantenerlo, speculando con generalizzazioni che non fanno assolutamente onore ad un popolo, quale quello italiano, che ha avuto la fortuna di avere una storia così elevata da essere il labaro della nostra identità».