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Un blitz per ripulire un tratto della pista ciclabile cittadina, e denunciare “il totale abbandono” del percorso. I volontari di Greenpeace Napoli hanno riqualificato il segmento in via della Reggia di Portici, nella Zona Industriale. Un modo per evidenziarne il degrado. Diversi gli appelli lanciati al Comune, ma “non ci hanno mai risposto” afferma Giorgio Peperna, coordinatore del gruppo locale di Greenpeace.

“Ad inizio dell’anno scorso – racconta il volontario – ci fu un sondaggio Ipsos sulla mobilità percepita, richiesto da Greenpeace Italia”. La rilevazione relegava Napoli in fondo alla classifica delle città. “Siamo andati al Comune a consegnare i dati – aggiunge l’esponente di Greenpeace -, non ci ha risposto né il sindaco né l’assessore alla mobilità. Un dirigente ha preso in consegna i dati, ma non abbiamo saputo più niente”.

L’assessore Edoardo Cosenza, contattato da Anteprima24, replica: “Non saprei, a me non risulta. La mia segretaria li avrebbe subito smistati correttamente”. Tuttavia, plaude all’iniziativa di ripulire la pista: “Comunque ben fatto”.

Lo stato della pista ciclabile, in ogni caso, è una spia del livello di mobilità sostenibile. “Oggi noi abbiamo fatto un tratto – dice Giorgio Pepernache inizia dal varco Sant’Erasmo in direzione San Giovanni, che si trova al centro della carreggiata: chi arriva da Napoli centro, lato Brin, dove la ciclabile è sul bordo strada, deve fare un attraversamento pedonale, in una strada dove c’è una fortissima percorrenza delle auto, per andare in una pista stretta, sporca, dove abbiamo trovato di tutto, anche una siringa”. Per il volontario “grande è il rischio di forature per le bici, ma c’è pericolo anche per i ciclisti”.

La pista ciclabile, da Bagnoli a San Giovanni a Teduccio, taglia la città da ovest a est. Varata dall’amministrazione de Magistris, negli anni non si è risparmiata le polemiche. A dicembre scorso, la giunta Manfredi ha approvato il progetto per estenderla fino a Scampia. Il costo sarà di 6,5 milioni. Nell’ambito del Pnrr, il Comune di Napoli dispone di 14 milioni per realizzare almeno 35 km di nuove ciclabili. Altra pista da sommare ai 20 km esistenti. Una notizia incoraggiante, in teoria. Sennonché, gli ecologisti invocano maggior cura: altrimenti, l’ampliamento a cosa serve?.

“La ciclabile – spiega una nota del gruppo locale Greenpeace – è sempre più utilizzata per recarsi all’università o ai luoghi di lavoro. Il tratto di via Reggia di Portici è uno di quelli che versano in stato di abbandono e non è infrequente trovare sul percorso pezzi di vetro, bottiglie e buste di rifiuti. Ma questo si verifica anche sulla ciclabile di Viale Kennedy-Viale Augusto a Fuorigrotta per non parlare della bike lane di Corso Umberto, sempre occupata da auto e moto in sosta perché priva di cordolo”.

Proprio i cordoli, “paradossalmente sono stati di recente indicati da Asia Napoli come il problema principale per svolgere la manutenzione delle ciclabili. Ma il cordolo serve a preservare il ciclista e il percorso, mentre la ciclabile potrebbe essere semplicemente pulita da personale dotato di pinze per rifiuti o scope”. Ecco perché “se ci fosse più cura, tutti comprenderebbero che la ciclabile è a tutti gli effetti una parte della carreggiata e non una parte del marciapiede o della strada da usare a piacimento”. Alla partecipata comunale dei rifiuti, i volontari chiedono di ripulire periodicamente le piste ciclabili. All’amministrazione comunale più “attenzione e più controlli per garantire la sicurezza”.