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A sei anni, affetta da “depressione da abbandono” e “ritardo cognitivo prestazionale“, è stata bocciata in prima elementare: i genitori hanno fatto ricorso al Tar, che ha sospeso in via cautelare il verdetto della scuola e fissato al 3 settembre l’udienza per trattare la vicenda nel merito; nel frattempo, però, l’istituto ha fatto dietrofront e ha deciso di ammettere la bambina. La quale, tuttavia, cambierà scuola. E’ successo a Napoli, in un istituto comprensivo di Fuorigrotta.
La sospensiva del Tar – scrive Il Mattino, che ha reso noto il caso – è dello scorso 29 luglio. Il Tribunale regionale regionale della Campania ha giudicato la bocciatura “intrinsecamente contraddittoria” ed ha evidenziato un “vizio motivazionale”. Non solo: il Tar ha sottolineato che “neppure si fa riferimento a piani o percorsi di apprendimento individualizzati, pur in presenza di difficoltà di apprendimento e di disturbo della minore resi noti alla scuola”. I giudici hanno quindi fissato la trattazione in camera di consiglio per il 3 settembre, invitando la scuola a rivalutare la decisione entro il 20 agosto, visto il carattere di “estrema gravità e urgenza”. Cosa che è avvenuta, scrive il giornale, il 19 agosto, quando la dirigente convoca una seduta straordinaria del consiglio di interclasse, richiamando i docenti dalle ferie per ridiscutere una decisione definita dalla famiglia della bambina “disumana e punitiva”. Al termine di una discussione di 12 ore, arriva la retromarcia, con l’ammissione della bambina in seconda e la revoca di una decisione che la dirigente scolastica aveva definito “dolorosissima” e dettata da motivi burocratici e pratici, come l’indisponibilità di un insegnante dedicato a lei.
Ma da settembre la piccola frequenterà un’altra scuola. “Abbiamo vissuto un inferno – dicono i genitori al Mattino – è venuto meno il rapporto di fiducia prima di tutto con la dirigente, lasciarla lì sarebbe impossibile”. “Per un anno intero – denuncia la mamma – mia figlia è stata messa in un angolo e dimenticata”.