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“Ponticelli è Napoli, Ponticelli è l’Italia. Illuminiamo il buio dei quartieri della zona Orientale della città. Abbattiamo i muri che tracciano il confine di Napoli al parcheggio Brin e alla Stazione centrale. La zona Orientale è Napoli. Tre bombe e una ‘stesa’ in 72 ore. Strade, piazze, rioni, condomini trasformati in campi di battaglia con attentati e agguati. Commercianti, abitanti, una intera comunità ostaggio della paura e della violenza. All’emergenza criminale, ai bombaroli del terrore camorrista rispondiamo con la mobilitazione”. E’ quanto scrivono, in una nota, le associazioni Terra di Confine, ArciMovie, Casa del Popolo di Ponticelli, Libera Ponticelli, Libera Volla, Ass. Gioco immagine e parole, Ass. Renato Caccioppoli, Ass. Vivendo Ponticelli, Cooperative Sepofa, Libera Campania, Chiesa beata Vergine di Lourdes, Giovani del Vesuviano, Figli in famiglia, Fondazione Famiglia di Maria, Ippolito Braccini, assessore municipale al verde, Patrizia Sannino, assessore municipale alle politiche sociali, Stefano Marzatico e Antonio di Costanzo consiglieri municipali, Fai antiracket Ponticelli, Società mutuo soccorso operaio Barra, Gino Napolitano presidente consulta associazioni, Noi@europw, Stefano D’Alfonso, (docente Universita’ Federico II di Napoli) e i parlamentari Sandro Ruotolo e Vincenzo Presutto che hanno deciso di costituire un tavolo permanente di consultazione e di dar vita alla nascita del Comitato di liberazione dalla camorra.

“Ci schieriamo contro il potere e la cultura camorrista. Ora è il tempo delle risposte. Tutti, nessuno escluso, sono chiamati a prendersi le proprie responsabilità. Basta connivenze, convivenze e convenienze, prosegue la nota. “Chiediamo al Governo, al Prefetto di Napoli: la presenza quotidiana delle forze dell’ordine sul territorio; l’ attivazione delle telecamere di videosorveglianza; scuole aperte d’estate con campi per bambini, adolescenti e contrasto alla povertà educativa; il recupero, riapertura e attivazione degli spazi sociali, culturali e degli impianti sportivi e di varare il ‘Piano per il futuro’. Guardando al Recovery plan ovvero il rilancio economico, sociale, culturale attraverso investimenti e implementazione di un piano straordinario per il lavoro per arginare la deindustrializzazione (vicenda Whirlpool)”, spiegano i promotori. Il Comitato di liberazione dalla camorra nei prossimi giorni avvierà una serie “di iniziative pubbliche sul territorio, nei luoghi dove vivono e si combattono gli uomini delle organizzazioni criminali. “Chi sa parli”, dobbiamo sconfiggere paura e omertà ma abbiamo bisogno per questo che governo e istituzioni facciano la loro parte. Noi che abitiamo nella periferia Est di Napoli, non siamo figli di un Dio minore, non vogliamo vivere in una terra di nessuno. Non si può chiedere il coraggio ai cittadini se contemporaneamente lo Stato non garantisce sicurezza, servizi, formazione, lavoro, sviluppo”.