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Box interrati in piazza degli Artisti, fumata nera in commissione comunale Mobilità. Si risolve in un muro contro muro il confronto tra l’amministrazione e la rete sociale No Box, che riunisce 12 sigle, e si oppone alla realizzazione dell’opera nella quinta municipalità. I comitati in lotta annunciano una manifestazione pubblica, chiamando a raccolta gli operatori del mercatino di via De Bustis, i commercianti e i residenti. “Non chiamateli parcheggi – tuona Franco Di Mauro, portavoce della rete -: sono box privati per chi ha dei soldi e compra il posto auto sotto casa. Quindi non eliminano il traffico”. L’assessore alla Mobilità, Edoardo Cosenza, è però irremovibile: l’opera si farà, perché “le sentenze di Consiglio di Stato e Tar – spiega una nota – obbligano il Comune a sottoscrivere con la società che si aggiudicata la concessione (Cooperativa edilizia Napoli 2000, ndr) una convenzione per la realizzazione dei box interrati esclusivamente in piazza degli Artisti, dove già sono state ottenute tutte le autorizzazioni necessarie”.

La durata dei lavori è stimata in due anni e mezzo. Ma i No Box non si rassegnano mica. “La rete considera un’opera inutile e dannosa – affermano in un comunicato – la realizzazione di 500 box privati interrati più altre centinaia di posti auto pubblici a rotazione e posti moto. Abbiamo sfidato l’Amministrazione a chiedere che la cooperativa incaricata della costruzione dell’opera presenti il progetto esecutivo di tutti e tre gli stralci (Piazza degli Artisti, Via Tino di Camaino, Via Casale De Bustis) ben sapendo che la cooperativa privilegia unicamente i box sotto piazza degli Artisti (dove si prevedono 312 box privati e nessuno pubblico e, soprattutto, non scatta l’obbligo contrattuale di realizzare opere compensative a beneficio della collettività) ed inoltre già conosce le prescrizioni estremamente vincolanti ed onerose che la Soprintendenza disporrebbe”. In una lettera alla commissione, i No Box rimarcano che “la scelta di realizzare parcheggi all’interno del centro urbano non farà altro che provocare ulteriore congestione a quella già esistente; nuovo traffico, potenziali dissesti, altro inquinamento”.

Di fronte alle sentenze, invocano “il primato della politica e, quindi, della democrazia”. E in un dossier inviato ai consiglieri comunali, elencano le ragioni del dissenso: “Per combattere l’effetto serra è necessario ridurre il consumo di combustibili fossili. In Italia i trasporti sono la seconda causa di emissione di gas serra (26% del totale). E’ necessario quindi contrastare il possesso e l’uso di auto e moto in città. E’ quello che da anni stanno facendo tante altre città europee. Infatti mentre a Napoli abbiamo 58 auto ogni 100 abitanti, a Madrid 48, a Barcellona 41, a Londra 36, a Monaco 35, a Berlino 29, ad Amsterdam 26, a Parigi 25. Tale risultato è stato realizzato anche riducendo il numero di parcheggi, stalli di sosta e box auto (Parigi, per esempio, ne ha aboliti decine di migliaia)”. Del progetto, inoltre, si critica una “pertinenzialità tutta napoletana: box pertinenziali anche per chi è domiciliato a due chilometri di distanza”. Dal canto suo, il presidente della commissione, Nino Simeone, chiede di “trovare una soluzione per i mercatali, in quanto lo spostamento al Parco Mascagna (i piccoli giardinetti contigui alla piazza, ndr) non appare adeguato”. E tuttavia chiosa: “C’è un ricorso vinto dal privato, e il Comune è quasi obbligato a rendere esecutiva la delibera del 2017”.