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Napoli – Il marito è in carcere, dove sta scontando una condanna per spaccio di sostanze stupefacenti, e la moglie va al Caf per chiedere il reddito di cittadinanza a suo nome, presentando una richiesta firmata dal consorte: è successo nel Napoletano, precisamente a Frattamaggiore, dove la Guardia di Finanza ha denunciato la signora con l’accusa di truffa ai danni dello Stato per il conseguimento di erogazioni pubbliche. I finanzieri di Frattamaggiore si sono imbattuti nella vicenda durante le indagini che hanno consentito oggi di denunciare 298 “furbetti” del reddito di cittadinanza i quali percepivano indebitamente il sussidio malgrado non ne avessero i requisiti, sottraendo all’Inps, è stato stimato, ben 2,5 milioni di euro.

Il detenuto è di Frattamaggiore e si trova nel carcere casertano di Santa Maria Capua Vetere a causa di un’ordinanza emessa dalla Corte di Appello di Napoli. La signora si è presentata al Caf con una richiesta firmata dal marito che è stata acquisita dall’operatore, tratto in inganno: infatti è possibile presentare l’istanza per conto di terzi qualora però ci siano cause ostative particolari, come, per esempio motivi di salute: non certo perché si è detenuti per spaccio che di per sé rappresenta un motivo più che valido affinché la concessione del beneficio venga negata. I finanzieri, durante le perquisizioni, si sono trovati l’istanza tra le mani e dai controlli incrociati eseguiti è emerso che l’uomo era in cella e che il giorno in cui è stata presentata la domanda neppure era libero, per esempio, in virtù di un permesso premio.