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Si sono tenuti tutti oggi gli interrogatori di garanzia delle cinque persone arrestate ieri dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli nell’ambito di una indagine coordinata dalla Dda (pm Alessandra Converso e Daniela Varone) che ha portato, tra l’altro, al sequestro della nota pizzeria napoletana di via dei Tribunali “Dal presidente”. I reati contestati agli indagati sono il trasferimento fraudolento di valori e autoriciclaggio, aggravato dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare la camorra, in particolare il clan Contini. Secondo quanto si appreso hanno rilasciato brevi dichiarazioni spontanee Massimiliano Di Caprio, sua moglie (entrambi in carcere) e il poliziotto (ai domiciliari), tutti difesi dall’avvocato Fabio Visco. Stessa strategia difensiva anche da parte della commercialista (ai domiciliari, difesa dagli avvocati Mariangela Locuoco e Flaviano Moltedo) mentre invece ha deciso di rispondere e di negare tutti gli addebiti contestati Vincenzo Capozzoli (che era già in carcere per associazione camorristica, difeso di dall’avvocato Claudio Davino). Insieme con la pizzeria i finanzieri hanno sequestrato altri beni per un valore complessivo pari a 3,5 milioni di euro: sette immobili, tra cui l’abitazione di Di Caprio in piazza Sannazaro del valore di 850mila euro, diversi orologi di lusso, quote sociali e 375mila euro in contanti.

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