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Napoli – Lo “sfratto” del clan Formicola e dei suoi parenti, da parte del gruppo camorristico capeggiato da Francesco Silenzio, sarebbe riconducibile oltre che alla sottrazione di una ingente somma di denaro (secondo un testimone pari a 700mila euro) anche a un tradimento. Emerge dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Napoli Chiara Bardi su richiesta della DDA che ha consentito oggi, alla Squadra Mobile di Napoli, di notificare 26 misure cautelari nei confronti del gruppo malavitoso dei Silenzio. Per gli inquirenti, e anche per il giudice, il boss Francesco Silenzio “ha continuato ad allontanare dal proprio ‘quartier generale’ (il cosiddetto Rione Bronx, ndr) i familiari dei Formicola” perché “ritenuti colpevoli di avere favorito una relazione extraconiugale della moglie, Assunta Formicola”. Tra gli episodi più eclatanti figura quello che ha visto nelle veste di vittime i coniugi Vincenzo Formicola e Annunziata Puccinelli, il primo legato da vincoli di parentela con Assunta Formicola, la moglie di Francesco. Entrambi sono stati minacciati apertamente di morte da Francesco Silenzio, entrato in azione insieme con il fratello Francesco Pio e altre persone anche quelle identificate e oggi destinatarie di misure cautelari. Il boss si è recato personalmente con queste persone davanti alla casa di Vincenzo Formicola per obbligarlo a lasciare l’abitazione che gli era stata legittimamente assegnata e dove vive con la moglie: “Se scendi giù – gli ha urlato il boss dal pianerottolo del primo piano – ti devo sparare in faccia, ti devo scaricare l’intero caricatore della pistola in faccia”, “ti devo fare andare via dall’abitazione, come ho fatto con altre persone”. I coniugi a conoscenza della preoccupante caratura criminale di Francesco “Franco” Silenzio, si sono rivolti alle forze dell’ordine solo quando le minacce, reiterate, e di morte, sono diventate particolarmente allarmanti.