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Questa mattina abbiamo avuto conferma dall’assessore Bonavitacola che per 4 anni Campania Ambiente e Servizi ha rappresentato null’altro che un buco nero per il quale sono stati stanziati milioni di euro senza ripianare il debito accumulato né creare i presupposti per far ripartire la società. Nel corso dell’audizione in Commissione Trasparenza, la giunta ha ammesso che, per totale assenza di visione programmatoria, incapacità gestionale e atavici ritardi degli uffici regionali nel far partire le gare, per una delle quali è stato perso addirittura un anno di tempo, non è stato neppure ancora presentato l’auspicato piano di ristrutturazione societaria che consentirebbe di efficientare al meglio competenze e potenzialità di Cas, in vista soprattutto della costituzione del Polo unico ambientale che, a questo punto, sarà quasi impossibile realizzare prima del termine della legislatura. Le uniche azioni messe in campo riguardano stanziamenti di milioni di euro che non sono accompagnati da nessun processo di concreta ristrutturazione. Nell’ultima delibera, del 12 febbraio scorso, viene messa nero su bianco una perdita societaria pari a 4 milioni, ma non viene definita alcuna strategia di riduzione degli sprechi, a partire dal noleggio oneroso di mezzi e del personale che sappia farli funzionare, non avendo la dirigenza mai provveduto a formare personale perché avesse i requisiti richiesti. Mentre l’unica misura di abbattimento dei costi consisterebbe nell’accompagnare al pensionamento 70 lavoratori”. Così le consigliere regionali M5S Valeria Ciarambino e Maria Muscarà, rispettivamente presidente e componente della Commissione Trasparenza.

Siamo fortemente preoccupati per il futuro della società partecipata e dei lavoratori, da tempo alle prese con sistematici ritardi nel pagamenti degli stipendi, anche alla luce della nuova visione illustrata in Commissione, tenuto conto che le nuove funzioni che si vorrebbero attribuire a Cas, relative a interventi di prevenzione del dissesto idrogeologico, tiene conto di accordi di programma per i quali sono previsti 40 milioni di fondi strutturali. Ci si basa sulla possibilità di utilizzare ulteriori fondi, ma non ci si preoccupa di verificare se ci sono le necessarie competenze. Se si fosse data attuazione alla mission aziendale, prevista nell’atto costitutivo della società, senza far ricorso ad alcun ulteriore investimento, si sarebbe potuto mettere mano alla manutenzione del patrimonio immobiliare, a partire dalle strutture delle nostre Asl che cadono a pezzi, piuttosto che assistere al funerale annunciato di questa società. Noi ci auguriamo che non sia così e che si possa finalmente restituire una gestione virtuosa a questa società e dignità ai lavoratori. Continueremo a batterci per questa vicenda e per questo abbiamo aggiornato i lavori della Commissione, così da monitorare ogni azione che questa amministrazione metterà in campo per una società che potrebbe svolgere un ruolo fondamentale per la nostra regione”.