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Napoli – “Solleciterò nelle prossime ore e nei prossimi giorni i ministeri dell’Interno e della Salute ad assumere provvedimenti rigorosi per il rispetto delle regole e per il contrasto all’epidemia. Non sono assolutamente tollerabili immagini come quelle del lungomare di Napoli, o di strade e quartieri abbandonati a se stessi, nei quali si continuano a violare le norme senza che nessuno di quelli che hanno il dovere di impedirlo muova un dito. Non è tollerabile che il lavoro straordinario fatto sul piano sanitario e ospedaliero, a tutela della vita delle persone, sia inficiato da un contesto ambientale che si muove nel segno della irresponsabilità istituzionale e comportamentale”. Il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, è comprensibilmente soddisfatto della decisione del ministero della Salute di lasciare la regione in zona gialla, a dispetto di pronostici e previsioni varie, e va all’attacco: il bersaglio di questa affermazione, infatti, è certamente il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris.

Certo, l’Istituto superiore di sanità ha inserito la Campania in quel poker di regioni, con Veneto, Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia, che devono lavorare duramente per mantenere la collocazione nella fascia a più basso rischio. Le nebbie sulla attendibilità dei dati trasmessi a Roma dalla Regione, però, sono state dissolte, e arriva il contrattacco. De Luca chiama in causa De Magistris, e sottolinea ancora una volta come il telesindaco di Napoli,  ormai perennemente in tv, non abbia ancora assunto alcuna decisione in relazione a quali strade e piazze chiudere al transito, per evitare assembramenti. De Magistris, infatti, fino ad ora non ha individuato alcuna zona da “chiudere”, e ha difeso più volte la decisione di tenere aperto anche il lungomare, nonostante le immagini degli affollamenti nel fine settimana abbiano fatto il giro del mondo, in senso letterale del termine, essendo apparse anche su mass media stranieri.

De Magistris, ora che la Campania è stata dichiarata ancora “zona gialla”, ha davanti a sé un bivio: perseverare nella strategia dello scontro istituzionale con la Regione, attraverso interviste a raffica, oppure iniziare a dare il suo contributo individuando le zone a rischio sul territorio della città di Napoli e predisponendone la chiusura, come avvenuto in tutta Italia da parte dei sindaci. Conoscendo il personaggio, siamo certi che questa “vittoria”, se così si può definire, di De Luca, lo renderà ancora più nervoso, ma c’è un ma: la sua permanenza alla guida dell’amministrazione comunale dipende anche dal sostegno di alcuni esponenti dell’opposizione, che potrebbero indurlo ad abbandonare questa condotta in cambio dei voti necessari a proseguire la sua esperienza da primo cittadino.