Altre sei piccole scosse di magnitudo inferiore a 2.2 sono state registrate nella zona dei Campi Flegrei, dopo il terremoto di magnitudo 4.6 delle 12:47 che ha provocato piccole frane da crollo a Bacoli-Punta Pennata, attualmente sotto indagine da parte di una squadra dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Lo dice all’ANSA il direttore dell’Osservatorio Vesuviano, Mauro Antonio Di Vito. I dati raccolti finora dimostrano che nell’area colpita dal sisma “non c’è accelerazione del suolo, il quale si muove sempre alla stessa velocità, e i parametri geochimici non sono variati rispetto alle settimane scorse, quindi continua il processo in atto negli ultimi mesi, senza particolari novità”.
Alla base della scossa odierna, infatti, c’è ancora una volta “il sollevamento del suolo ai Campi Flegrei, che continua come nei mesi scorsi e genera questi terremoti ai bordi dell’area sollevata”, precisa l’esperto. “I terremoti del golfo però hanno la peculiarità di essere generalmente più profondi di quelli che avvengono a terra e quindi, anche quando le magnitudo sono elevate, generano uno scuotimento al suolo leggermente inferiore. Oggi lo scuotimento registrato è stato relativamente basso, inferiore al 10% dell’accelerazione di gravità. L’altra forte scossa di magnitudo 4.6 registrata lo scorso 13 marzo in un’area a terra è stata più superficiale e ha dato uno scuotimento maggiore”. Minore scuotimento significa minori effetti, anche se oggi ci sono state piccole frane da crollo a Bacoli-Punta Pennata dove una squadra dell’Ingv sta effettuando dei rilievi.
Durante il punto stampa organizzato dall’Ingv dopo la scossa ai Campi Flegrei, il direttore dell’Osservatorio Vesuviano, Mauro Antonio Di Vito, ha precisato che “i dati della rete Gnss indicano che la deformazione crostale continua con lo stesso andamento da aprile, con una velocità che registra il massimo valore al rione Terra”. Per quanto riguarda lo scuotimento del suolo generato dal sisma, ha aggiunto, “i valori massimi sono stati registrati dalle stazioni accelerometriche di rione Terra, Bacoli e Monte Procida”.
Campi Flegrei, in aumento frequenza e magnitudo delle scosse
Allargando lo sguardo dal terremoto odierno alla situazione più generale dei Campi Flegrei negli ultimi anni, si evidenzia “un aumento della frequenza e della magnitudo dei terremoti e un aumento del degassamento: basti pensare che dal 2005 a oggi siamo arrivati a 5.000 tonnellate di anidride carbonica emessa al giorno, un valore altissimo a cui siamo arrivati progressivamente, ed è tutto connesso. C’è un sistema profondo che si sta scaldando e pressurizzando e che è il motore di questo processo”. Lo ha spiegato il direttore dell’Osservatorio Vesuviano, Mauro Antonio Di Vito, durante il punto stampa organizzato dall’Ingv.