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E’ finito lo sciame sismico iniziato il 20 maggio ai Campi Flegrei: dal pomeriggio di ieri è andato esaurendosi gradualmente fino a terminare. Il terremoto di magnitudo 3,6 registrato alle 08:28 di questa mattina è quindi un nuovo episodio. “Non fa parte dello sciame, ma la dinamica generale non cambia“, ha detto all’ANSA il vulcanologo Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. “Il fatto che finisca uno sciame e che poi ci siano eventi fa parte dello stesso processo. Lo sciame è una nostra convenzione operativa – ha aggiunto -e indica una concentrazione di eventi sismici nello spazio e nel tempo“. Di Vito ha rilevato inoltre che “la dinamica generale non cambia”, nel senso che “il suolo si sta deformando e la sismicità è concentrata in gruppo di eventi”. Per quanto riguarda il fenomeno del bradisismo, ossia il processo con cui il suolo si sta sollevando, il direttore dell’Osservatorio Vesuviano ha detto che “la velocità di deformazione media di 2 centimetri al mese è stabile da 40 giorni e si riflette nell’aumento di sismicità, confrontabile a quella dell’autunno scorso”. La sismicità, ha precisato l’esperto, è comunque “soltanto uno” dei parametri controllati costantemente ai Campi Flegrei. Altrettanto importanti sono la tipologia dei terremoti , ossia il tipo di deformazione delle rocce cui sono legati, e le emissioni di gas.