Uno spettro si aggira per il Campo Largo: De Luca. No, non è il deputato Piero, fresco candidato unico alla segreteria regionale Pd. Ma il padre Vincenzo, governatore uscente. Il quale non chiude all’idea di essere in lista alle Regionali. “Non so se Vincenzo De Luca deciderà di candidarsi a consigliere regionale, va chiesto a lui” risponde il deputato Marco Sarracino, responsabile Mezzogiorno del Pd. Momento di imbarazzo. “Escludo però – aggiunge – che un iscritto del Partito Democratico possa candidarsi fuori dalle liste del Partito Democratico”.
L’ipotesi scatena un’onda di freddezza all’Hotel Ramada di Napoli, dove va in scena l’assemblea della corrente ‘Democratici per l’alternativa’ con Gianni Cuperlo. E non è colpa dei climatizzatori. C’è tanta sinistra dem, tra i 200 in sala. E anche la sinistra sinistra di Avs, esponenti Cgil (il segretario di Napoli e Campania Nicola Ricci), ed ex bassoliniani. Pochi si definirebbero riformisti, brandendo l’altra anima del Pd bifronte. In compenso abbondano i critici dell’intesa raggiunta in Campania: ma tant’è, tocca abbozzare per equilibri superiori. “Non credo Vincenzo De Luca si candidi, non so” risponde l’eurodeputato Sandro Ruotolo, altro membro della segreteria nazionale. De Luca sr sostiene che De Luca jr stia facendo una cortesia al Pd? “Questo è il punto di vista di un padre nei confronti di un figlio” ribatte diplomatico Ruotolo, come Sarracino non proprio un fan dell’attuale governatore. E i mal di pancia della sinistra dem sul patto Nazareno-deluchiani? “Questa candidatura di Piero De Luca – osserva Ruotolo – ci consente di avere per la prima volta dopo tanti anni in Campania la fine di un sistema di potere e apre un partito plurale”. L’europarlamentare tenta di rinfrancarsi col prossimo annuncio di Fico, candidato presidente “tra poche ore”. E quanto a Piero De Luca, giura: “C’è stato il sultano, non ci sarà il sultanino”.
A mediare ci prova il consigliere regionale Massimiliano Manfredi: “‘È il momento che Piero dimostri quel livello di autonomia politica che gli consenta di fare un buon lavoro sul partito campano”. Ma il clima resta polare. Dei malumori di tanti militanti si fa carico Cuperlo. “Basta – sbotta l’ex segretario del Pd – con gli appelli all’unità nel nome del fatto che c’è un avversario da battere”. Cuperlo chiede alle opposizioni “di attrezzare un’alternativa credibile e vincente”. E gli alleati? “Non ho capito ancora cosa sia questo Campo Largo” polemizza Tonino Scala, segretario regionale di Sinistra Italiana. Avs in coalizione c’è, ma non la manda certo a dire. “Non abbiamo ancora parlato di programmi” ricorda Scala, invocando una “scossa” su temi come sanità, urbanistica, trasporti e beni comuni. “Un cambiamento”, precisa. E già che c’è, aumenta i dubbi: “Non si comprende se si metterà in campo un’azione di discontinuità, come riteniamo si debba, o di continuità”. E sì: anche Tonino Scala non si iscriverà mai al supporter club di De Luca.