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Fabio Cannavaro riapre i cancelli del Centro Paradiso, situato nel quartiere periferico di Soccavo. Questo pomeriggio l’ex calciatore partenopeo, oggi allenatore, che ha rilevato la struttura, ha fatto un sopralluogo al quartier generale del Napoli di Maradona, dove sono cominciati i lunghi lavori per ridare vita a un luogo abbandonato da 20 anni e completamente da ristrutturare, sia nel campo che negli edifici che ospitavano uffici, mensa, spogliatoi. “Per me è una grandissima emozione – ha detto Cannavaro – Io sono cresciuto calcisticamente in questo campo, con il tecnico Bianchi che portava noi ragazzini e ho avuto la fortuna di iniziare qui. C’era stato il Napoli di Maradona, per me è un luogo sacro”.

“Ho tanti ricordi – ha detto – in questa struttura. Potrei stare qui a raccontare per ore dei tempi in cui c’era il grande Napoli di Maradona e io ero un Primavera. L’idea è quello di cercare di riportare questo campo a vivere ancora, recuperare l’energia, usare tutti i materiali super moderni per realizzare una struttura sostenibile. Non conosco i tempi, c’è molto da fare, è chiuso da 20 anni. Sono due mesi che puliamo, però c’è grande soddisfazione da parte mia se penso che ci ho messo 15 anni per acquistare questa struttura. Il sogno è quello di vedere i bambini che giocano qui, offrire una struttura ai giovani anche se so che è difficile tirarli fuori di casa, perché ci sono i videogame e le altre tecnologie. Il mio obiettivo è creare qui un’accademia dove insegnare le basi del calcio, per costruire il futuro”. Il piano di ristrutturazione prevede lavori per circa due anni

Cannavaro ha parlato anche dell’attuale situazione del Napoli e del durissimo poker di partite che aspetta Walter Mazzarri al suo esordio bis sulla panchina degli azzurri dopo l’esonero di Garcia: “Giocare di seguito contro Atalanta, Real Madrid, Inter e Juventus? Non sono partite dure per un allenatore nuovo, ma per chiunque, perché stiamo parlando di squadre difficili da affrontare, che sono già rodate e lottano per lo scudetto. Ma io penso che il Napoli sia ancora forte e sicuramente l’orgoglio dei campioni alla fine deve venir fuori, perché non posso pensare che la squadra che ho visto contro l’Empoli sia quella dei giocatori che hanno vinto il campionato qualche mese fa”.

“Il Napoli – sottolinea – è una compagine forte che con Garcia aveva perso un po’ quel modo di giocare che funzionava l’anno scorso e che i giocatori facevano con piacere, mettendo sotto gli avversari con la palla o anche senza palla”. Cannavaro parla poi di come sia cambiato il calcio negli ultimi dieci anni, periodo del suo passaggio da giocatore ad allenatore: “Chi non si aggiorna resta indietro, oggi tutto in campo si studia anche grazie all’intelligenza artificiale che ti dà delle statistiche. Oggi non si usa più fare l’allenamento su carta e penna ma devi avere il computer, uno staff adeguato e il drone che riprende ogni giorno la squadra. C’è un bel circo che aiuta l’allenatore. Poi certo alla fine quello che resta per un tecnico è dover cercare di trasmettere le idee alla squadra. Oggi rispetto a dieci anni fa si tiene più la palla a terra, si fa fraseggio stretto avanzando e si fa pressing senza palla, idee che già il Milan di Sacchi lanciò, cominciando una rivoluzione del nostro calcio. Negli anni sono cambiati tanti sistemi anche se alla fine quello che conta davvero è buttare la palla nella rete avversaria”.