- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Capri (Na) – Persiste la gravissima situazione di profonda crisi del trasporto pubblico locale interno all’isola di Capri. Al mancato pagamento degli stipendi di febbraio e marzo ai lavoratori dell’ATC ha fatto fronte (e comunque con pesante ritardo) l’intervento sostitutivo della Città Metropolitana di Napoli; ma il problema si è puntualmente ripresentato con il mancato pagamento dello stipendio di aprile. Allo stato, risulta che un ulteriore intervento sostitutivo della Città Metropolitana è bloccato da inadempienze contributive dell’ATC, fino ad oggi colpevolmente mai risolte.
Tutto ciò ha determinato prima di tutto gravissime conseguenze per le famiglie dei lavoratori dell’ATC, e, a cascata, una progressiva riduzione del servizio. Come risultato, l’isola, per lunghi tratti durante la giornata ed in maniera permanente dalla prima serata in poi, è letteralmente tagliata in due, con il totale isolamento tra i Comuni di Capri ed Anacapri.
Le scriventi Amministrazioni Comunali, pertanto, stigmatizzano con forza il comportamento dell’ATC, che scarica le proprie inadempienze contributive sui lavoratori.
Né può essere dimenticato che questo stato di cose assume contorni ancora più foschi e preoccupanti nell’attuale difficilissima fase di uscita dalla pandemia: all’intollerabile sofferenza delle famiglie dei dipendenti si somma, infatti, il pesante ostacolo al ritorno alla normalità della vita sull’isola. Infatti, ai disagi per la popolazione residente di Capri ed Anacapri si aggiunge la ricaduta sulla (sin qui timida) ripresa dell’attività turistica, che del trasporto pubblico locale usufruisce in maniera significativa ed insostituibile.
Ai lavoratori dell’ATC (che, con altissimo senso di responsabilità, hanno comunque garantito il pur minimo servizio superstite) le Amministrazioni Comunali di Capri ed Anacapri hanno espresso e manifestato il proprio apprezzamento e la propria solidarietà, che anche in questa occasione confermano.
Al contrario, l’irresponsabilità degli altri protagonisti di questa poco edificante vicenda non può ulteriormente passare sotto silenzio.
In particolare, non è rimandabile la corresponsione, da parte della ATC, di tutte le spettanze arretrate. In caso di ulteriore, ingiustificabile dilazione, queste Amministrazioni Comunali non potranno che prendere atto della totale inadeguatezza della società a fare fronte ai propri impegni ed alla propria responsabilità sociale, al punto da rendere necessaria la riconsiderazione della stessa concessione regionale.
Siano altri soggetti, in tal caso, a garantire la continuità e l’efficienza (non ulteriormente procrastinabili) di un servizio pubblico così essenziale ed insostituibile, e la tranquillità di tante famiglie, già duramente provate dall’emergenza sanitaria ancora in corso.